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Sabato 08 Ottobre 2011
A Manolo piace l'azzurro
«Ma il nerazzurro di più»
I suoi numeri in azzurro sono clamorosi. Solo Cristiano Lucarelli lo batte. Manolo Gabbiadini ha fatto meglio di Inzaghi, Vieri, Pazzini. L'elenco sarebbe lunghissimo. Nove gol in dodici presenze con l'Under 21 fanno rumore, cinque in due partite.
I suoi numeri in azzurro sono clamorosi. Solo Cristiano Lucarelli lo batte. Manolo Gabbiadini ha fatto meglio di Inzaghi, Vieri, Pazzini. L'elenco sarebbe lunghissimo. Nove gol in dodici presenze con l'Under 21 fanno rumore, cinque solo nelle prime due uscite ufficiali per strappare il visto agli Europei in Israele. Dopo la doppietta all'Ungheria il giovane attaccante dell'Atalanta aveva ricevuto trenta messaggi di complimenti.
Dopo la tripletta al Liechtenstein sono aumentati?
«Siamo sempre lì: i soliti amici, vecchi e nuovi compagni, anche da Cittadella. Mi fanno sempre piacere tutti».
Da quanto non segnava una tripletta?
«Mi ricordo in Berretti quattro gol al Pizzighettone. Ma non sono mai stato uno da triplette, per questo farla in maglia azzurra vale tanto. Ogni volta che vengo segno e vinciamo. Non era difficile come partita, ma si era messa male. Ora ci giochiamo il primo posto con la Turchia: quella sarà fondamentale».
Sa che l'ultima tripletta con l'Under 21 l'aveva fatta Pazzini?
«Davvero? Non lo sapevo. Un motivo di soddisfazione in più».
Lei viene accostato a Gigi Riva...
«Anche mercoledì hanno fatto questo paragone... Io sono troppo giovane per ricordarmelo, ma mi hanno parlato del suo sinistro. Sono onorato, lui è un mito del calcio italiano».
Ma il suo sinistro è sempre stato così?
«La botta mancina ce l'ho sempre avuta. Da piccolo mi hanno fatto lavorare per migliorare il mio destro, ma non c'è stato verso... lo uso solo per camminare».
Scelga un gol del suo triplete.
«Il primo, perché era ci ha portati in vantaggio. Ma i gol mi piacciono tutti».
Si carica anche lei ascoltando l'ipod?
«Niente musica, preferisco concentrarmi in silenzio. Anzi, prima della partita non parlo proprio con nessuno».
Intanto anche senza ipod ha fatto nove gol in dodici partite con l'Under 21. E ha già fatto meglio di tanti grandi attaccanti.
«Sono tutti grandi campioni, è bellissimo il proprio nome insieme al loro. Ma io per arrivare al loro livello ho ancora tanta strada da fare. Non mi fermo ai calcoli dei gol, per me non contano perché c'è sempre da dimostrare qualcosa».
È più facile segnare con l'Under 21 che con l'Atalanta?
«C'è molta differenza tra Under e serie A: qua affronto tutti ragazzi della mia età, in A trovi più esperienza ed è più difficile».
L'hanno accostata alla Roma, anche se il suo procuratore Pagliari ha detto che il posto migliore per crescere per lei ora è a Bergamo.
«E ha ragione. A Bergamo conosco tutti: compagni, mister, dirigenti mi danno fiducia. Non so quanto ci impiegherò, se uno, due o tre anni, ma prima voglio far bene all'Atalanta. Certe voci le sento anche io ma non mi faccio problemi, anche perché io voglio restare a Bergamo. Il mio posto è all'Atalanta».
All'Atalanta però la concorrenza è tanta.
«È normale, ma la serie A è lunga. Ci sarà spazio anche per me, dovrò essere bravo io a farmi trovare pronto».
Studia ancora i grandi campioni per rubare i loro segreti del mestiere?
«Osservo sempre Milito quando gioca: fa dei movimenti eccezionali. Anche Pazzini lo seguo molto. E all'Atalanta ho davanti esempi importanti».
Dica una cosa che ruberebbe a ognuno dei suoi compagni di reparto.
«A Denis il modo di proteggere palla e di far salire la squadra. Ho ancora in mente la partita che ha fatto a Genova. A Tiribocchi il suo senso del gol e della posizione, prevede sempre la giocata del centrocampista. A Marilungo e Moralez la visione di gioco e i piedi buoni, ad Ardemagni la sua forza fisica e l'abilità nel protegger palla».
In conclusione un giochino: potendo scegliere, in quale partita vorrebbe segnare?
«Tutti sognano di far gol alle grandi, io soprattutto all'Inter».
Guardi che tra poco in calendario c'è Atalanta-Inter, si prepari...
«Lo so, lo so...».
Guido Maconi
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