Mercato, intervista a Zamagna
«Guardiamo al Sudamerica»

Ultimamente Gabriele Zamagna vive di notte (c'è da monitorare costantemente la Coppa America) quando i sogni dei tifosi si mischiano a incubi e domande. L'Atalanta 2011/12 giocherà in serie A? Se sì, con quali volti nuovi?

Ultimamente Gabriele Zamagna vive di notte (c'è da monitorare costantemente la Coppa America) quando i sogni dei tifosi si mischiano a incubi e domande. L'Atalanta 2011/12 giocherà in serie A? Se sì, con quali volti nuovi?

Il direttore sportivo nerazzurro parla parzialmente della prima questione (la società vieta domande sul calcioscommesse), più a fondo della seconda, spiegando obiettivi e strategie di mercato da qui al prossimo 31 agosto.

Direttore, è un'estate tormentata. Messaggi per l'ambiente?
«Dico di avere pazienza e fiducia perché qui c'è un progetto serio e con basi solide che stiamo portando avanti nel tempo. La vittoria nell'ultimo campionato di serie B credo sia un bel biglietto da visita».

Pare passata una vita. Ora, Cremona a parte, preoccupa la calma piatta sul fronte arrivi.
«In realtà non è così, siamo in movimento. In sede di comproprietà abbiamo centrato tutti gli obiettivi e nell'organigramma abbiamo inserito un pezzo da novanta come Pierpaolo Marino. Stiamo proseguendo ma non si può fare tutto e subito».

All'inizio del ritiro mancano meno di due settimane.
«Penso che ci arriveremo con una rosa simile a quella della scorsa stagione. In prospettiva puntiamo ad abbassare l'età media e a sfoltire: avremo tre portieri, venti giocatori, più due o tre giovani di prospettiva. Gabbiadini? Manolo è nella lista dei venti: su di lui c'erano top team italiani e stranieri, tenendolo abbiamo fatto un gran colpo».

Ne serviranno altri quattro o cinque.
«Principalmente fra difesa e attacco, giocatori di valore, non di contorno, che rappresentino un punto di riferimento per chi rimarrà. Anche sotto il profilo del carisma».

Un paio potrebbero essere sudamericani.
«Non è un mistero che sondiamo anche quel tipo di mercato e che siamo fra quelli che tifano per l'apertura al secondo extracomunitario. Crediamo che giocatori così si sposino bene sia con il calcio italiano sia con un clima caldo come quello del Comunale».

Per ora ci dice che Atalanta avete in testa?
«Un po' come la Bolivia che ha pareggiato con l'Argentina: corta, compatta, con il fuoco dentro perché nel calcio non vince necessariamente chi ha più campioni a disposizione. Dietro difesa a quattro, da centrocampo in su gente con «gamba» che attacchi gli spazi, perché non dovremo essere sempre noi a fare la partita. Per il resto chiedete a mister Colantuono».

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