Colantuono: «Basta polemiche
Pensiamo soltanto a vincere»

Un Colantuono grintoso e stizzito quello che si è presentato in conferenza stampa alla vigilia del match casalingo contro la Triestina: «Basta polemiche sul mio futuro, pensiamo a vincere e alla promozione in serie A. L'Atalanta è più importante di me».

Un Colantuono grintoso e stizzito quello che si è presentato in conferenza stampa alla vigilia del match casalingo contro la Triestina: «Basta polemiche sul mio futuro, pensiamo a vincere e alla promozione in serie A. L'Atalanta è più importante di me».

Partenza dedicata al match di sabato 2 aprile (ore 15) allo stadio contro la Triestina, fanalino di coda: «Ci vorrà pazienza, come in tutte le partite in casa, nelle quali le squadre avversarie si difendono e ci sono meno spazi per manovrare. L'obiettivo è naturalmente vincere per conquistare prima possibile la promozione in serie A. Ma prima possibile non vuol dire essere magari frenetici e combinare pasticci».

«Naturalmente se giocheremo da Atalanta abbiamo grandi possibilità di vincere. La quota promozione di 80 punti la considero ancora tale per scaramanzia, per essere tranquillo, ma in realtà penso che ne saranno sufficienti di meno. La situazione si delineerà in modo più preciso un mese prima della fine, quando molte squadre faranno i calcoli playoff. Ma l'Atalanta non pensa ai playoff, pensa a vincere il campionato».

Sui singoli, Colantuono ha commentato: «Carmona sta bene, è rientrato dalla Nazionale senza problemi. Barreto era invece già acciaccato, si è allenato poco e non ha giocato. Contro la Triestina non ci sarà, spero di recuperarlo per settimana prossima. Comunque, non parliamo di chi non c'è, solo a Bergamo si parla di chi non c'è. Io penso a tutta la rosa e ai giocatori che possono darmi di più di partita in partita. Finora non ho bocciato nessuno e tutti hanno avuto la loro chance».

Il tecnico nerazzurro si è quindi immerso nel discorso sul suo futuro con parole inequivocabili: «Non capisco perché si continua a parlare di me e del mio futuro. Il mio unico obiettivo ora è di centrare la promozione in serie A con l'Atalanta, il resto si vedrà. Pensiamo all'Atalanta che è la cosa più importante, non a me».

«Cosa volete che vi dica ancora? Il presidente è stato chiaro e limpido alcuni giorni fa. Ha detto che se l'Atalanta andrà in serie A intende rispettare il contratto che ha con me. Il contratto io ce l'ho, è depositato in Lega e ho anche sottolineato prima della partita contro il Torino che mi piacerebbe concludere la carriera qui. Se Percassi a fine campionato deciderà qualcosa di diverso, per me non ci sarà assolutamente problema. Io mi sono sempre espresso con la massima trasparenza e correttezza».

Colantuono ha parlato anche di chi critica l'Atalanta che non gioca bene: «Vorrei capire cosa vuol dire giocare bene. Per me l'Atalanta sta disputando un grande campionato perché non abbiamo mai subìto sul piano del gioco ad eccezione di Empoli. E perché non è facile giocare bene quando le altre squadre si chiudono e si difendono soltanto».

«Non so se tutte queste critiche siano influenzate dalla mia vecchia parentesi al Palermo. Su questo argomento sono sempre stato zitto, ma alla conclusione del campionato dirò la mia verità perché sulla mia partenza da Bergamo sono state raccontate tante fandonie. Comunque, basta polemiche, pensiamo a vincere la partita contro la Triestina».

LA POLEMICA
Colantuono, nel corso della conferenza stampa, ha parlato di «maladefe e incompetenza» riferendosi, pur senza citarlo espressamente, a un articolo pubblicato giovedì 31 marzo sul nostro sito internet. Il mister si è lamentato perché sono state riportate alcune sue dichiarazioni con un ordine diverso da quello seguito dalla Gazzetta nella sua intervista. Il che è vero, ma Colantuono - che si è preso la briga di accusarci o di incompetenza o di malafede - si è dimenticato di dire che le risposte erano le stesse. Nessuno aveva modificato nulla, nessuno aveva modificato la sostanza delle cose, semplicemente si era preferito partire con uno spunto diverso. Tutto qui. Peccato, però, che già alle scuole elementari insegnano che al tirar delle somme, cambiando l'ordine degli addendi, il risultato non cambia.....

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