Atalanta-Livorno:è il giorno della verità

Oggi a Roma i giudici federali decidono sulla presunta combine. Bellini rischia la squalifica, la società una penalizzazione. L’accusa: pari concordato, c’è una frase di Balleri. La difesa: non ci sono riscontri. E a Zingonia si dicono sereni

DA L’ECO DI BERGAMO DEL 18 LUGLIO Niente banchi degli imputati, né palchi da corte togata, e insomma tutta la severa solennità dell’arredamento giudiziario. Almeno dal punto di vista scenografico il processo che tiene con il fiato sospeso Atalanta e Livorno godrà dell’atmosfera leggera di una convention aziendale. Perché la Commissione disciplinare della Lega calcio, chiamata a decidere sulla presunta combine tra i nerazzurri e toscani, stamani alle 10 si riunirà in un salone dell’hotel Hilton Rome Airport, a Fiumicino. Un albergo per capire se Gianpaolo Bellini - che, venisse confermata l’attuale accusa, rischia come minimo tre anni di stop - è a un passo dalla pensione (calcistica) e se la squadra di Del Neri - su cui pende la spada di Damocle di una penalizzazione - potrà giocarsi il diritto di alloggiare in serie A alla pari con le altre.La caccia a Padoin dopo il gol Una vicenda che parte insieme al contropiede di Padoin, quello che nel finale di Atalanta-Livorno del 4 maggio porterà l’esterno atalantino a segnare il 3-2 con cui in pratica gli amaranto vengono condannati alla retrocessione. A fine gara si scatena la caccia all’autore della rete, che vede distinguersi i gemelli Filippini. Altri due livornesi, Balleri e Grandoni, sono piuttosto irrequieti, anche se si limitano a offese e recriminazioni. Volano parole grosse, aggressioni verbali di cui rimane vittima anche un commissario della Procura federale, scambiato probabilmente per un dirigente nerazzurro. Un atteggiamento che finisce per insospettire: perché tutta questa baraonda per una sconfitta che, sì, brucia ed è forse determinante per gli ospiti, ma che è il frutto di quanto è avvenuto sul campo? Non è che dietro c’era un tacito accordo tra le due squadre infranto dal pallonetto di Padoin?, cominciano a sospettare gli inquirenti della Figc.La frase di capitan Balleri Un dubbio che, secondo le contestazioni, sarebbe suffragato da una frase pronunciata nel tunnel degli spogliatoi da Balleri, parole sentite da un commissario di campo e sulle quali si regge il grosso dell’accusa sostenuta dal procuratore federale Stefano Palazzi. Il capitano dei toscani si sarebbe rivolto a Bellini insultandolo e accusandolo di non aver rispettato i patti. Quali patti? Per la Procura federale quelli stretti fra le due squadre nella partita d’andata, il 23 dicembre a Livorno, finita in parità. Insomma, per gli inquirenti, l’1-1 dell’inverno scorso sarebbe un risultato concordato e vincolante anche sugli esiti della gara di ritorno. In pratica, sempre stando ai sospetti, anche a Bergamo l’incontro sarebbe dovuto finire con un pareggio.La difesa dell’Atalanta Respingono, invece, questa ipotesi sia Bellini che l’Atalanta, assistiti dall’avvocato Marco De Luca del foro di Milano e dall’avvocato Massimo Krogh del foro di Napoli. Perché - è la tesi difensiva - i nerazzurri, che a dicembre veleggiavano nella zona medio-alta della classifica, sarebbero dovuti andare a mendicare un punto a Livorno? E poi, secondo i legali, mancherebbero i riscontri oggettivi dell’accordo: e cioè, contatti e telefonate alla vigilia, strani comportamenti e azioni sul campo, tanto più che la gara d’andata era stata archiviata senza nessun sospetto. Insomma - sono le conclusioni del collegio difensivo atalantino - quello di Balleri sarebbe stato uno sfogo dettato dalla rabbia, allusioni difficili da dimostrare con prove certe.Cinque giocatori sotto accusa Nel mirino di Palazzi sono finiti 5 giocatori. Bellini e Balleri per illecito sportivo (art. 7 comma 1 del codice di giustizia sportiva), perché avrebbero concordato il pari di Livorno «in concorso con altre persone non identificate» e avrebbero tentato di alterare quello della gara di ritorno. Ai Filippini e a Grandoni è contestata l’omessa denuncia (art. 7 comma 7) perché, pur essendo al corrente della presunta combine, non avrebbero avvertito la Procura federale. I 5 sono inoltre accusati di aver violato l’articolo 1, quello che impone ai tesserati Figc di comportarsi «secondo i principi di lealtà, correttezza e probità». Alle società si contesta invece la responsabilità oggettiva.Che cosa rischiano Bellini e Balleri per l’illecito sportivo rischiano un minimo di tre anni di squalifica; più mite invece la pena per l’omessa denuncia. Ma potrebbe anche capitare che il presunto illecito di Balleri e Bellini venga derubricato in omessa denuncia: in pratica, non è escluso che venga riconosciuta la combine, ma architettata da persone non identificate, e che ai due venga contestata la mancata segnalazione. In questo caso se la caverebbero con pochi mesi di squalifica. Sulle due società incombe invece una penalizzazione: si parte da un punto e si può arrivare, tra le altre ipotesi, anche alla retrocessione d’imperio. Anche se, rivelano i difensori, non è mai accaduto che una squadra sia stata retrocessa per una responsabilità oggettiva.«Attendiamo il verdetto sereni» Oggi a Roma saranno presenti Bellini e, per l’Atalanta, Alessandro e Francesca Ruggeri. Il processo si aprirà con l’intervento del procuratore Palazzi, poi toccherà ai difensori. La sentenza è attesa in serata, ma non è escluso che slitti a domattina. L’ipotesi di un patteggiamento della pena, presa in considerazione fino a qualche giorno fa, sembra essere rientrata nelle ultime ore. Da Zingonia fanno sapere che c’è materia per difendersi nel merito: «Attendiamo il verdetto con serenità, poi, in caso di condanna, valuteremo se fare ricorso alla Caf».(18/07/2008)

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