Atalantini non brillanti
ma contano i tre punti

Niente goleada annunciata alla vigilia ma c'è di che accontentarsi per il ritorno alla vittoria. Pensate, infatti, che settimana si sarebbe trascorsa se i nerazzurri avessero anche solo pareggiato con il rimaneggiatissimo Ascoli (a Bergamo con due squalificati e quattro in infermeria). I tre punti messi in cassaforte consentono, quanto meno, di non perdere terreno nei confronti dell'alta classifica facendoci così chiudere, al tempo stesso, un occhio al ricordo di una prestazione discontinua.

Se si è prevalso sull'Ascoli è perché è emersa l'indiscussa superiorità qualitativa degli atalantini in aggiunta ad un ritrovato Doni micidiale pure in fase risolutiva. Nonostante ciò gli ascolani ci hanno portato a soffrire sino alla fine in quanto in vantaggio di una sola rete nel calcio può succedere proprio di tutto.

Da qui una spontanea considerazione: se l'Atalanta avesse giostrato bene per l'intera durata del match non avremmo, orologio alla mano, tanto auspicato il triplice fischio dell'arbitro. Alla luce di ciò che si è registrato al Comunale, permane la convinzione che qualcosa di meglio, qualitativamente, c'è da esigere a centrocampo. Idem, più o meno, spostando l'argomento sulle punte, data la mancanza di continuità dei tre bomber (Ardemagni, Ruopolo e Tiribocchi) a disposizione dell'allenatore. Vale la pena ripeterci: nelle dieci partite disputate non ci sentiamo di ritenerci soddisfatti, complice evidentemente l'ottimismo a oltranza nelle valutazioni estive sull'organico affidato a Stefano Colantuono.

Meno male che l'eterna lunghezza del campionato cadetto e una graduatoria da non definire particolarmente deficitaria inducono a considerare il cosiddetto bicchiere mezzo pieno in proiezione futura. A patto, tuttavia, di proseguire positivamente già dal prossimo impegno con il calendario che spedisce l'Atalanta a Piacenza contro avversari intenti nell'operazione-risalita ma, in ogni caso, sulla carta abordabili. Arturo Zambaldo

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