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Lunedì 27 Settembre 2010
Atalanta, partenza al rallentatore
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È indubbio che la partenza dell'Atalanta nel campionato di serie B non sia stata lanciata: dopo sei giornate i bergamaschi sono in 7ª posizione con un bilancio non esaltante di 2 vittorie, 3 pareggi e il ko di Siena. L'attacco ha realizzato appena 5 reti, soltanto sette squadre hanno segnato di meno, mentre la difesa - ed è la nota maggiormente lieta - è la più solida del torneo con appena 2 gol al passivo.
Le previsioni della vigilia parlavano di Siena e Atalanta come principali favorite per la vittoria in campionato, ma per il momento solo il team allenato da Conte sta confermando le attese ed è al comando con un +5 sui bergamaschi. Naturalmente è presto per preoccuparsi e in realtà l'indiscutibile potenziale tecnico dei nerazzurri dovrebbe consentire loro di decollare in breve tempo e lottare per la promozione con ottime chance di spuntarla.
Però ora non è così ed è lecito domandarsi cosa attualmente non funzioni nell'Atalanta. Il problema maggiore sembra l'attacco che segna poco e non è sostenuto da una fonte di gioco che garantisce grandi rifornimenti. Il reparto offensivo sta pagando l'infortunio di Tiribocchi e la scarsa vena di Ardemagni. Con il rientro del «Tir» la situazione dovrebbe cambiare e sulle qualità di Ardemagni nessuno dubita: deve soltanto sbloccarsi. Ecco perché l'attacco sembra un non problema.
Quanto al centrocampo, il discorso è un po' più complesso. C'è da capire quale sia il modulo più affidabile e quali debbano essere i suoi interpreti. Il modulo di base è stato il 4-4-2, ma nell'ultima partita Colantuono ha puntato sul 4-3-1-2 che nel primo tempo ha ben impressionato, mentre nel secondo si è sciolto dopo il rosso a Raimondi e la sostituzione di Doni.
E parlando di invidualità, se Padoin è sempre un punto di riferimento e Barreto fisicamente ok una garanzia, i nuovi Pettinari Basha, Carmona non stanno esaltando, mentre il giovane Bonaventura ha dimostrato di poter essere fondamentale, ma nell'ultimo match è entrato solo alla fine.
Infine, il discorso Doni: se è in condizioni fisiche ideali dovrebbe giocare sempre perché non sarà più il Doni dei tempi d'oro, e non potrebbe essere il contrario considerati i suoi 37 anni, ma la sua classe non l'ha nessuno in squadra. E in un campionato di serie B può sempre essere decisiva. Quando non c'è lui è come se si spegnesse la luce.
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