Capitan Doni sorride: «Tranquilli
la squadra cresce, vinceremo»

Il colpo di pennello è sempre quello. Palla a giro sopra la barriera, morbida, leggera. Tante volte si è infilata nel sette e lo avrebbe fatto anche domenica se solo non si fosse messo di mezzo Sicignano a rovinare il ritorno da titolare di Cristiano Doni.

«Ha fatto una grandissima parata. Ci ho provato anche nel secondo tempo ma è uscita di poco. Peccato, ci è mancato solo il gol: un po' per sfortuna, un po' per le sue parate, un po' anche per demerito nostro, siamo qui a commentare uno 0-0 che può far pensare a una brutta partita, ma così non è stata per me».

«Passerò per pazzo, ma io ho visto una crescita. E vi dirò di più: paradossalmente ero più preoccupato dopo la partita col Vicenza. Stavolta non abbiamo vinto, ma abbiamo rischiato qualcosa solo al 95' e davanti abbiamo creato 4-5 palle gol».

«Certo, dobbiamo trovare più fluidità, migliorare davanti e cercare di fare gol, ma io sono contento per la prestazione, mia e della squadra. È vero, a volte preferisco vincere anche giocando male, ma avendo davanti 40 partite preferisco soffermarmi sulla crescita della squadra e vedere dei miglioramenti nella prestazione».

Evidentemente non è un'analisi di facciata. Il capitano è sereno e sorridente. E argomenta ancora. «Io ho visto una crescita anche fisica, nella condizione generale, penso si veda che stiamo migliorando. Io lo considero comunque un passo avanti. È vero, non sempre siamo riusciti a velocizzare il gioco, ma non era facile con i pochi spazi che ci ha lasciato il Frosinone e un campo orrendo».

«Non è una scusa, ma non ci aspettavamo di trovare un terreno ridotto così male dopo sole tre partite. Con il Vicenza era bellino, da allora non so cosa sia successo, ma adesso è un campo di patate. E un campo del genere non aiuta chi deve fare la partita. Ciononostante si sono viste anche delle buone trame».

In molte c'era lo zampino usurato ma ancora buono del vecchio capitano, ritornato se non alle origini, per lo meno ai tempi del Vava e di Doni esterno di centrocampo. In quel ruolo, otto anni fa, aveva conquistato un posto ai Mondiali. «Il ruolo non era un problema, l'ho fatto talmente tante volte che i movimenti mi vengono in automatico».

«Sulla tenuta pensavo peggio, prima della partita ero un po' preoccupato. Invece è andata bene. Sono contento perché per fare questo ruolo devi avere una buona condizione fisica. Penso di aver retto bene, a parte gli ultimi venti minuti in cui ero sulle gambe. Al mister avevo detto che difficilmente sarei durato tutta la partita, ma Ruopolo a un certo punto aveva i crampi. Il cambio di Ciccio, accidenti, mi ha spiazzato», ammette il capitano con il sorriso sulle labbra.

«Comunque mi sono divertito, ci sono state anche delle belle giocate, sono soddisfatto. C'è chi mi dà per finito? Ho smesso di ascoltare gli altri e vado avanti per la mia strada. Conosco i miei limiti ma so anche quello che posso ancora dare. Per uno o per novanta minuti io mi impegnerò sempre al massimo per dare una mano all'Atalanta».
 Guido Maconi

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