Ecco Ruopolo e Frezzolini:
prima intervista da atalantini

L'Atalanta ha comunicato sul suo sito che Francesco Ruopolo e Giorgio Frezzolini si sono sottoposti ai consueti test medici per il rilascio dell'idoneità all'attività sportiva e sono diventati ufficialmente giocatori dell'Atalanta. Ambedue arrivano a Bergamo a titolo definitivo.

L'attaccante Ruopolo, ventisettenne casertano di scuola Parma, club con il quale ha esordito in serie A nel 2004/'05, ha giocato nelle ultime tre stagioni e mezzo con l'AlbinoLeffe giocando 137 partite e segnando 41 gol, mentre il portiere Frezzolini, trentaquattrenne romano, di scuola Lazio, ha debuttato in serie A nel 1997/'98 con l'Udinese e l'ultimo torneo l'ha disputato all'Ascoli in serie B (17 presenze) dopo cinque campionati nelle file del Modena, sempre nella cadetteria.

Prime parole da atalantini per tutti e due. L'ormai ex bomber seriano ha commentato: «Non me l'aspettavo più di vestire la magia nerazzurra. Nonostante sperassi di possedere chance per la A, non ho pensato un istante ad accettare le proposte dell' Atalanta».

Ruopolo ha aggiunto: «Adesso che dipendo da mister Colantuono non intendo interpretare solo il ruolo di comparsa, ma cercherò in tutti i modi di dare un adeguato contributo alla squadra per raggiungere i suoi ambiziosi obiettivi. Del resto, l'Atalanta mi sembra proprio sprecata in serie B».

Infine ha parlato del derby con l'AlbinoLeffe: «Per me sarà davvero molto strano trovarmi di fronte i miei ex compagni, ma nello sport, come si sa, ci sta pure questo».

Anche Frezzolini si è dichiarato più che soddisfatto per la nuova avventura con l'Atalanta: «Mi stimola parecchio il progetto dei nerazzurri, quello cioè, di puntare all'immediato ritorno nella massima categoria. Considerato il blasone della società non possiamo proprio nasconderci, anche se bisogna tenere sempre presente le difficoltà tipiche del torneo di serie B».

Chiamato a Bergamo per fare, come si suol dire, la chioccia a Consigli, Frezzolini ha replicato in questi termini: «Conosco ciò che mi aspetta, ma una cosa è certa: non lascerò nulla al caso per potermi inserire in un eventuale altro contesto».
 Arturo Zambaldo

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