Tiri liberi sul basket bergamasco
Comark, piovono voti insufficienti

C'è chi ci incita ad assegnare un voto alla stagione sportiva della Comark, uscita dalla scena dei playoff la scorsa settimana al primo turno. Pronti. Diamo un 5 meno nell' ambito della regular season e un 4 secco nelle due sfide successive. Motivazioni. L' insufficienza, anche se non grave, rimediata nella prima fase è figlia di un organico alquanto incompleto per puntare a traguardi ambiziosi. Come sperare in risultati migliori non avendo sostituito, in estate, non soltanto adeguatamente ma nemmeno fisicamente, i talentuosi Guarino e Rossi? Dopodichè si può discutere a lungo sulle cause che hanno determinato l'intermittenza delle prestazioni, la maggior parte delle quali palpabilmente negative. L'aver poi conquistato i playoff da ottavi (ultimo posto a disposizione) con mille ringraziamenti ad Ozzano che ci ha tolto di mezzo in extremis, Trento, costituisce un ulteriore aspetto in chiave tutt' altro che positiva.

Passiamo alle due sconfitte piene subite ad opera del Forlì nel mini torneo per l'accesso alla Legadue. Qui ci si specchia per intero con un sipario di fine campionato che più razionale di così non poteva sussistere. Del resto perché sperare nei pur non sempre logici verdetti e relative cabale in tema dei playoff se di fronte si doveva affrontare la capolista del girone? La sentenza ha, quindi, sancito la dura eliminazione con il globale scarto di trentotto lunghezze, venticinque nel match di andata in Romagna e tredici a Treviglio. E dire che al PalaFacchetti il Forlì si era presentato priva di Lestini e Villani (entrambi punti di forza di coach Di Lorenzo) e in partita in corso aveva dato forfait anche Tommasini. Insomma bisogna parlare di resa incondizionata e anche in questo caso non si può non tirare in ballo il netto divario tecnico emerso nei due roster.

A conclusione di questa sintetica analisi non va tolto dal giro l'allenatore Simone Morandi. Sarebbe superficiale e per nulla costruttivo, comunque, ergerlo a capro espiatorio della situazione. Pur coinvolgendolo, a nostro avviso, in qualche responsabilità, per salvaguardarsi da eventuali indici puntati contro, lo stesso Morandi potrebbe far valere l'alibi di un organico non sufficientemente coniugabile con le aspettative megafonate da qualcuno ai nastri di partenza dell'ennesima partecipazione nella terza serie del basket nazionale. Qualora non lo si volesse confermare perché dimenticare coloro che hanno avallato il suo ingaggio? Per la cronaca, negli ultimi tre anni, dopo la lunga permanenza di Cece Ciocca, sulla panchina bergamasca si sono alternati tre allenatori (Roggiani, Frattin e l' attuale Morandi).

Arturo Zambaldo

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