Il bergamasco Perucchini
portiere del Milan Primavera

Qualcuno fa notare come da qualche tempo, dalle parti di Zingonia, non fioriscano più tutti quei talenti che rendevano celebre il vivaio dell'Atalanta: eppure, intorno a Bergamo, qualche ragazzotto di buone speranze c'è ancora.

Qualcuno fa notare come da qualche tempo, dalle parti di Zingonia, non fioriscano più tutti quei talenti che rendevano celebre il vivaio dell'Atalanta: eppure, intorno a Bergamo, qualche ragazzotto di buone speranze c'è ancora.

Basta prendere in mano il tabellino della finale di Coppa Italia Primavera giocata mercoledì per averne la dimostrazione: e non c'è nemmeno da scervellarsi più di tanto, dato che l'occhio cade al punto giusto proprio all'inizio della lettura delle formazioni. Milan (4-3-3): Perucchini, eccetera, eccetera: non serve nemmeno continuare, dato che il prospetto di cui stiamo parlando, per l'esattezza, non veste la maglia rossonera, ma quella grigia del portiere, con tanto di guantoni e corredo completo.

Il personaggio in questione è proprio Filippo Perucchini, numero uno del Milan Primavera e titolare nella finale appena giocatasi a San Siro e vinta contro il Palermo. Diciotto anni, originario di Stezzano ma ormai trapiantato in pianta stabile dalle parti di Gallarate insieme ai compagni di squadra, Perucchini studia da geometra e da grande portiere, ispirandosi al suo idolo Abbiati.

Non è difficile, d'altronde, scegliere chi prendere come modello quando si ha la fortuna di lavorare a fianco di grandi campioni e il portierino, che da un paio d'anni viene spesso chiamato ad allenarsi coi big, ha fatto la sua scelta. In prima squadra ha all'attivo anche una manciata di convocazioni tra campionato e Coppa Uefa, anche se non è ancora arrivata la prima panchina: in compenso, è stato schierato con i più grandi in un paio di amichevoli giocate la scorsa stagione.

E la sua carriera a livello giovanile è di tutto rispetto, se si pensa alle varie presenze con la Nazionale Under 17 e alle convocazioni dell'anno scorso con l'Under 19. Come sia finito a Milanello è presto detto: aveva nove anni e giocava nell'Oratorio Stezzano quando è stato notato da un osservatore rossonero, che l'ha trasformato in Diavolo dopo un anno di parcheggio all'AlbinoLeffe.

Logico che il Milan sia diventato la sua squadra del cuore e l'obiettivo da raggiungere: «Il sogno è quello di potermi affermare con questa maglia, ma prima devo maturare tanta esperienza», spiega. Intanto, dopo lo scudetto Allievi 2008 con Evani è arrivata la Coppa Italia Primavera di mercoledì, agli ordini di Stroppa. «Un'emozione indescrivibile scendere in campo a San Siro». E Perucchini è sicuro che non sarà l'ultima volta.
 Matteo Spini

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