Calciopoli, la famiglia Facchetti:
«Falsificati i fatti». E ha ragione

Secondo la famiglia di Giacinto Facchetti, nel corso dell'udienza di martedì 13 aprile del processo di Calciopoli è stata fatta «una falsificazione dei fatti grave, vergognosa e inaccettabile, oltre che lesiva della memoria» dello stesso dirigente trevigliese, morto il 4 settembre 2006.

E l'intercettazione che si può ascoltare mercoledì 14 aprile sul sito de «La Gazzetta dello Sport» (Facchetti dice «qualche» e non «Collina») dimostra che la famiglia Facchetti ha ragione.

Gianfelice Facchetti, uno dei quattro figli dell'ex presidente dell'Inter, aveva inviato martedì 13 un comunicato con riferimento alla telefonata acquisita dal tribunale di Napoli nel quale suo padre parlava con l'allora designatore arbitrale Paolo Bergamo.

Secondo Gianfelice, nell'udienza di martedì «è stata pubblicata e utilizzata in maniera eversiva un'intercettazione tra mio padre, Giacinto Facchetti, e il dottor Paolo Bergamo. In tale conversazione a mio padre viene attribuito l'aver pronunciato il nome del signor Collina, cosa che invece dialogando faceva il dottor Bergamo; di conseguenza, ne è risultata un'interpretazione totalmente differente dalla realtà delle cose, utilizzata peraltro dai legali stessi del signor Moggi in aula e diffusa con irresponsabile complicità da alcuni organi di "informazione"».

«Questa falsificazione dei fatti è grave, vergognosa e inaccettabile, oltre che lesiva della memoria di mio padre. Pur riponendo la massima fiducia nella giustizia - conclude la nota - la famiglia di Giacinto Facchetti chiede a tutti gli organi competenti, sportivi e no, di prendere una posizione decisa e definitiva a riguardo di questa vicenda indegna».

Gianfelice Facchetti ha successivamente precisato che «è per primo Paolo Bergamo a nominare Collina» e solo dopo, nel corso della conversazione, il nome dell'ex arbitro viene citato da suo padre Giacinto. Per questo Gianfelice ha ritenuto «vergognosa e inaccettabile» l'interpretazione della telefonata data nel corso del processo dal momento che, ha precisato, non è assolutamente suo padre a parlare di Collina nel corso della conversazione con Paolo Bergamo.

Intanto Massimo Moratti, presidente dell'Inter, ha commentato così la ripresa del processo a Calciopoli: «Non ho seguito, non ho avuto tempo per farlo». Moratti ha risposto a una domanda di un cronista di Sky all'uscita dagli uffici della Saras in pieno centro a Milano.

Pungente invece Luciano Moggi, ai microfoni del Tg2: «Da ragazzino ero tifoso dell'Inter, da quando ho conosciuto Moratti sono diventato tifoso di tutte le squadre tranne che dell'Inter. Questo è un processo fatto sulle chiacchere, hanno trascurato quello che volevano trascurare. Non era un sistema ma era un modo di comportarsi. I primi a comportarsi così erano Federazione e Lega. Nessuno doveva parlare con i designatori ma tutti ci parlavano. Caso diverso era quello di Facchetti che chiedeva a Bergamo di non fare la griglia ma di far venire Collina ad arbitrare l'Inter».

© RIPRODUZIONE RISERVATA