Sport / Bergamo Città
Venerdì 19 Marzo 2010
La Curva Nord ai Ruggeri:
«È ora di vendere la società»
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La Curva chiede quindi alla famiglia Ruggeri di vendere la società come «atto di amore e di responsabilità. Un atto d'amore, innanzitutto, proprio verso Ivan ed il lavoro da lui svolto con tenacia, abilità e competenza in questi lunghi anni (sia pur, in certi casi, in aperta conflittualità con le aspettative della Curva e della tifoseria atalantina). Con senso di responsabilità, poi, proprio a tutela dei diversi ma convergenti interessi, nei confronti di tutto l'ambiente bergamasco: azionisti, giocatori della prima squadra e delle giovanili, tifosi e media».
La richiesta arriva in un momento in cui, secondo i tifosi, non se ne può fare a meno: «Mai in passato - continuano - era stata dilapidata in così breve tempo una sequenza di successi e risultati sportivi da una parte e dall'altra la possibile ed auspicabile costruzione di una società ed un ambiente in grado di puntare in alto».
La Curva nord punta il dito contro la società, non solo contro i giocatori: «Al di là della questione di natura strettamente tecnica legata all'involuzione del gioco della squadra e dei risultati sportivi (sotto gli occhi di tutti, anche se sappiamo benissimo che, comunque, in campo ci vanno i giocatori…) l'impressione forte che abbiamo noi della curva, è che questa società difetti non poco di personalità e di capacità organizzative ed imprenditoriali.
Insomma, non ce la fa proprio di suo, è un grosso problema strutturale e di uomini (non di uno solo) che va rimosso e risolto nel più breve tempo possibile. Inutile nascondere, infine, come le carenze societarie appena evidenziate e la mancanza di punti di riferimento riconoscibili e certi, abbiano in una qual misura (minima ma, forse, di valenza decisiva) contribuito a generare un clima di disorientamento e rassegnazione in tutto l'ambiente, invece di un più adeguato e auspicabile furore agonistico».
Secondo i tifosi, le colpe della situazione in cui versa l'Atalanta sarebbero tutte riconducibili al vertice societario. Da qui la loro richiesta: «La famiglia Ruggeri, con atto doveroso, giusto, responsabile e, certo, doloroso, avvii senza indugio la vendita della società».
Nessun commento da parte della famiglia Ruggeri.
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