Sport
Sabato 20 Febbraio 2010
La maxi-squalifica di 14 mesi
Il Valcavallina annuncia ricorso
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Il giudice sportivo ha squalificato il giocatore Luigi Poloni sino all'aprile 2011, l'allenatore Stefano Avanzini per un mese, fino al 20 marzo, e dato un'ammenda alla società di 45 euro «per intemperanze dei propri sostenitori e per inadempienza dei propri doveri da parte dei dirigenti», si legge nel comunicato.
La maxisqualifica a Poloni è stata assegnata perché il giocatore, al 38' st del match contro l'Albano, «dopo essere stato espulso si avvicinava all'arbitro spingendo al petto con due mani, facendolo arretrare. Successivamente, sempre gridando frasi offensive nei confronti dell'arbitro, spingeva ancora con più forza e afferrava il collo dell'arbitro con entrambe le mani, stringendo con forza e scuotendo con rabbia per 10 secondi fino a fargli mancare il respiro». L'allenatore Avanzini «proferiva frasi gravemente offensive e minacciose nei confronti dello stesso».
«A nostro modo di vedere - spiega Nicoli - i fatti si sono svolti in modo diverso. Abbiamo portato i nostri giocatori negli spogliatoi e l'allenatore ha detto, rivolto ai nostri giocatori, le testuali parole "Andate tutti negli spogliatoi". Il nostro mister è conosciuto nella Bergamasca per il suo stile e il suo comportamento corretto e la partita è stata sospesa per nessuno motivo».
Su Poloni, invece, il direttore sportivo afferma: «Premesso che solo l'intenzione del nostro giocatore va punita perché è sbagliata, Poloni ha tentato di afferrare l'arbitro, l'ha toccato, ma non è riuscito perché due compagni di squadra l'hanno prontamente fermato. A fine partita - continua Nicoli - io e il giocatore siamo andati a chiedere scusa al direttore di gara e ne sono testimoni l'osservatore arbitrale e la società dell'Albano. Tuttavia, come società, abbiamo preso provvedimenti nei confronti del ragazzo».
«Ci siamo sempre comportati in maniera corretta - conclude -, non discutiamo l'arbitraggio a favore o contro, in quanto rispettiamo la categoria e la sosteniamo. Se qualcuno ha sbagliato deve pagare per quello che fatto, ma non in maniera così pesante». Non è stato possibile sentire il direttore di gara in questione e la società ospitante ha preferito non rilasciare dichiarazioni.
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