Atalanta, un passo indietro
E domenica la Samp di Del Neri

Atalanta, ovvero un passo indietro rispetto alle due precedenti gare della gestione Mutti. E non unicamente perché tra Lazio e Bologna si erano incamerati quattro punti assai preziosi per la delicatissima posizione in graduatoria. A Genova, infatti, si è balbettato spesso e volentieri praticamente in ogni reparto.

A partire dalla difesa dove entrambi i gol dei liguri sono sembrati figli di incertezze individuali (indiziabile, sul primo, Coppola; sul secondo Talamonti e magari non solo). Ma pure centrocampo e attacco hanno lasciato alquanto a desiderare visto che sono state costruite pochissime palle-gol e che gli attaccanti schierati da Mutti (Tiribocchi e nella ripresa Chevanton e Acquafresca), oltre a non andare in gol, non sono stati nemmeno in grado di impensierire Amelia a esclusione di un tentativo del sudamericano.

Insomma, dopo i progressi palpabili scaturiti con l'addio di Conte un per nulla annunciato brusco stop. Colpa della terza partita nel breve spazio di otto giorni? Forse può aver influito, ma secondo noi non più di tanto. Fatto sta che, ragionando in concreto, si è tornati mestamente a Bergamo con il classico pugno di mosche in mano. Ciò non costituisce assolutamente un elemento positivo per il morale dell’intero gruppo, specie al pensiero di un’altra ardua trasferta, ancora a Marassi ma stavolta contro la ritrovata Sampdoria (3-2 dei blucerchiati all’Udinese fuori casa) dell’ex Gigi Del Neri.

Il mister nerazzurro, alla ripresa degli allenamenti, esaurito l’effetto-novità relativo al suo arrivo, dovrà riprendere la giusta rotta. Naturalmente è augurabile che Mutti si avvalga della piena collaborazione e disponibilità della società e di tutti i giocatori. La classifica è più che mai precaria e alcuni risultati (la vittoria del Catania nell'anticipo e del Bologna domenica) non fanno dormire tranquilli.
 Arturo Zambaldo

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