La lezione di stile
del vecchio marinaio

Danzavano, lui e l’ingegner Riva al timone dell’Aquarama. Una danza silenziosa tra due uomini che non si possono immaginare più diversi per storia, fama, stile di vita.

Il genio leggendario, che a 93 anni ancora incute timore, intatte la grinta e l’energia incontenibile. Il mite pescatore, mani ruvide e cervello fino, che ha sempre saputo come stare accanto a quel monumento misurando «a naso» quando e quanto c’era bisogno di lui. Spesso. Era il 2012, l’ingegnere guida il raduno Riva sul lago d’Iseo. Per i suoi 90 anni, i 50 dell’Aquarama e i 170 dei Cantieri, arrivano motoscafi da tutto il pianeta. Carlo Riva guida in trionfo la «cavalcata» sul Sebino.

Al suo fianco scivola Natale Marini (scomparso giovedì a 76 anni): storico collaudatore dei suoi motoscafi, a lui e solo a lui Carlo Riva consente da sempre di pilotare il Lipicar, l’Aquarama personale dell’ingegnere. Silenzioso come un’ombra, Marini compare. Non c’è alcun bisogno tra i due di dire parole. Il pescatore vede - senza guardare - quando il vecchio leone è stanco e tocca a lui prendere il timone. Lo fa scomparendo, come a far scivolare via che il «capo», adesso, a volte non ce la fa.

Marini non ha mai indossato livree e per Carlo Riva non è mai stato un servo. Sul Lipicar non c’era uno senza l’altro. E due cose sono certe: entrambi all’aragosta hanno sempre preferito le carni semplici del coregone. E senza «il Galina», sul Lipicar non si danza più. 

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