Forza e coraggio
È la grande occasione

Il suo nome non è forse (ancora) urbi et orbi conosciuto come quello di Picasso, o Gauguin. Non foss’altro perché lui - Christo (con l’accento sulla «o») - è ancora vivo.

In comune con i grandi già passati alla storia ha però una serie di cose tra cui il fatto di essere come loro iscritto nel registro degli artisti e di essere come loro in vita controverso. Se possibile però - per via del fatto che adesso siamo tot miliardi -, forse più di loro è capace di muovere tutte in una volta masse di appassionati d’arte e ancora più di semplici curiosi che ovunque lui installi loro arrivano. Da tutto il pianeta.

E dopo aver installato e impacchettato a Parigi, Berlino, New York, California, Florida e altri luoghi - simbolo in cinque continenti -, nel frattempo che progetta anche per gli Emirati progetta anche per noi. Nel 2016 l’ombelico del mondo sarà il lago d’Iseo dove Christo è sbarcato due anni fa e dove si è innamorato.

Lui - generalmente di stanza a New York - aveva una visione: voleva creare qualcosa su un lago che avesse dentro un’isola. E gli ispirava l’Italia, il Nord Italia. Con i suoi collaboratori passa al setaccio i laghi dal Maggiore al Garda e si ferma qui. Arrivati in zona Monte Isola, il Sebino e la quinta di splendide vette attorno, una delle quali - il Trentapassi - comparirebbe pure alle spalle di sua maestà la Monna Lisa, hanno incantato anche il visionario artista nato bulgaro e diventato grande con il nome decisamente particolare che celava, fino a qualche anno fa, anche l’adorata moglie Jeanne-Claude. In riva al Sebino, due anni fa Vladimirov Yavachev disse: «Bon, è qui».

È qui, allora, che per 15 giorni in zona solstizio d’estate, l’anno prossimo si terrà quello che senza timore di smentite sarà l’Expo del lago. I calcolatori di questa produzione gigantesca, una sfida artistica e tecnologica colossale che verrà interamente finanziata dall’artista - girano cifre tipo 10 milioni di dollari -, stimano l’arrivo di 20 mila visitatori al giorno per calpestare il giallo dorato della «Floating piers», la passerella che tra giugno e luglio 2016 collegherà la sponda bresciana con Montisola e l’isoletta dei Beretta poco sotto. Ventimila al giorno per due settimane fa circa 300 mila. Una cifra. Bisognerà dar loro da dormire, mangiare, bisognerà dar loro sicurezza, parcheggi e trasporti efficaci. Punto e a capo.

Per dirne solo una, chi conosce il lago sa che a Sulzano, da dove si staccherà la passerella, c’è un numero di parcheggi ridicolo rispetto alle cifre in ballo. E sa le code in auto a cui ci si deve sottoporre già adesso. La sfida è gigantesca e la chiamata alle armi pure. «E non vogliamo fare brutta figura» precisa Diego Invernici, sindaco di Pisogne e delegato del G16 nella cabina di regia che insieme ai team di Christo coordineranno la cosa.

La qual cosa è di tutto il lago: non ci sono bresciani o bergamaschi e mai come per questo appuntamento ci devono essere solo i sebini.È la grande occasione, come non era mai capitato prima, entriamo nella storia, è la ribalta mondiale. «The floating piers - Project for lake Iseo, Italy» è un regalo di valore non stimabile. Forza e coraggio. Forza gli amministratori e la politica che non può fermarsi sul lago e serve una mano dal palazzo della Lombardia, ma forza e coraggio anche ai semplici sebini - e sono sempre di più - che vivono di turismo.

Azzardando un paragone, è come se per 15 giorni piovesse manna. Per chi ha voglia di rinnovare e la forza di investire, questa è la grande occasione. Non ne capiterà un’altra del genere. Sempre Invernizzi precisa che capita «una volta nella vita». Forza, davvero, e coraggio. L’anno prossimo arriva il mondo. Non di fare brutta figura....

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