Yes, viva l’Inghilterra
Ma non sono rose e fiori

Sognare è un diritto ma conoscere i rischi e valutare la fattibilità di un progetto è un dovere. Sono 500/600 mila – secondo le stime ufficiali del Consolato – gli italiani che hanno deciso di fare la valigia, mollare tutto e volare in Gran Bretagna.

Le città maggiormente interessate dal flusso migratorio tricolore sono Londra, Manchester, Newcastle (con 50mila nuovi arrivati), Bristol, Cardiff, Liverpool e Leeds. Il «sogno» Uk attira soprattutto i giovani dai 18 ai 35 anni (65%) e di questi il 57% è laureato. Spesso però i nuovi arrivati, incoraggiati dai mass media italiani che dipingono la Gran Bretagna come un Eldorado, si confrontano con una realtà ben diversa dalle aspettative. Affitti proibitivi, difficoltà a trovare un lavoro, sfruttamento di manodopera a basso costo, «con il rischio di crollare sempre dietro l’angolo».

A parlare è don Antonio Serra, coordinatore nazionale dei cappellani per la Missione Cattolica Italiana in Inghilterra e Galles. Scoraggiare però i nostri giovani a partire non solo non è possibile ma non è giusto perché «ogni essere umano ha inscritto nel proprio Dna la capacità di sognare. Nei giovani, in modo ancora più particolare ed essenziale». Ma – aggiunge subito il sacerdote – «finché i media continueranno a parlare delle opportunità e del successo di uno che ce l’ha fatta, senza mai fare cenno ai pericoli, ai drammi esistenziali nei quali incorrono le migliaia che non ce la fanno, i nostri giovani continueranno a partire in massa per stare sostanzialmente peggio di come stavano in Italia».

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