La Bergamasca
a rischio idraulico
Il rischio idraulico nella Bergamasca è elevato nel 4,1% del territorio, medio nel 5,3%, basso nel 6,6%. Lo si evince dai dati presentati nel rapporto sul dissesto idrogeologico, pubblicato nel 2018 dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, l’Ispra. In tutta la Lombardia circa il 17% del territorio si trova in una condizione di rischio di alluvioni medio-alto.
Parte del rischio idraulico della Provincia di Bergamo è imputabile alla complessità del suo reticolo idrografico. Il nostro territorio, infatti, è solcato da numerosi torrenti montani – come Borlezza e Dezzo – e da cinque fiumi principali – Adda, Brembo, Serio, Oglio e Cherio – e ospita due laghi naturali, Iseo ed Endine, a cui si aggiungono una serie di laghi artificiali. In più, nelle aree planiziali il territorio è stato storicamente modellato per facilitare l’attività agricola, realizzando canali, rogge e derivazioni alimentati dall’acqua delle risorgive naturali o dei fiumi.
Non si deve, tuttavia, dimenticare il ruolo che l’inurbamento e la cementificazione hanno avuto nel mutamento del regime idraulico del territorio e nella creazione di aree edificate in aree sensibili, ad esempio quelle golenali. Il quadro è complicato dai cambiamenti climatici: piogge abbondanti e sempre più concentrate in pochi giorni incidono negativamente su aree già vulnerabili.
In ambito montano i fenomeni alluvionali possono risultare di notevole intensità, per la velocità di allagamento e per la presenza di molto materiale solido trasportato dall’acqua, anche se concentrato in aree limitate.
Le cause degli allagamenti spesso non sono distinguibili dai processi evolutivi dei versanti, come frane e scivolamenti. Nei territori di pianura le inondazioni possono interessare aree di territorio molto più vaste: tuttavia la lentezza con cui avviene l’allagamento permette di mettere in atto misure necessarie di protezione, come l’evacuazione e l’innalzamento degli argini. Diverso è il caso di cedimenti improvvisi di ponti o opere di protezione, che risultano molto più pericolosi.
Nel tratto di confluenza tra Adda e Brembo, si individuano territori inondabili a pericolosità medio-alta nei comuni di Canonica d’Adda e Fara Gera d’Adda. Per quanto concerne il fiume Brembo i rischi maggiori si riscontrano nella parte più alta del suo corso, causati da processi erosivi. Aree inondabili interessano i comuni di Lenna, San Giovanni Bianco, San Pellegrino e Zogno. Anche nel tratto fra Villa d’Almè e Ponte San Pietro esiste un rischio di inondazione in aree interessate da insediamenti vicino all’alveo.
Il fiume Serio presenta aree a rischio da Vertova a Seriate. Particolarmente vulnerabile, perché altamente popolato, il tratto compreso nei comuni di Villa di Serio, Scanzorosciate, Gorle e Seriate. In questi territori molti insediamenti si trovano in aree golenali e non sono presenti sufficienti opere difensive. Più a valle anche Ghisalba presenta territori a rischio idraulico. Le esondazioni possono essere causate da ostruzioni dell’alveo per la presenza di un ingente carico solido derivante dai fenomeni erosivi dei versanti.
Per quanto riguarda il fiume Oglio le aree più vulnerabili si trovano a monte del Lago d’Iseo a Costa Volpino, lungo le sponde del lago a Sarnico, a Palosco e Calcio. Gli allagamenti sono possibili anche in città: Longuelo e il Villaggio degli Sposi sono i due quartieri più a rischio.
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