La granita siciliana
come farla

Granita siciliana, una preparazione unica nel suo genere e spesso confusa con la bevanda a base di ghiaccio tritato e sciroppi che si trova comunemente nei bar. Ma la vera granita è tutt’altro.

Quante volte in preda al caldo estivo infernale abbiamo mangiato una granita di quelle che si trovano comunemente nei bar o nei chioschi in spiaggia? Bevande di colorazioni diverse, spesso preparate con sciroppi aromatici zuccherini. Queste sono bevande molto più simili alla grattachecca romana, il cui nome deriva dal grande blocco di ghiaccio da cui se ne gratta a neve una parte e, una volta messa nel bicchiere si aggiunge uno sciroppo a piacere, come quello a base di menta oppure l’orzata, il tamarindo o lo sciroppo a base di limone. La granita siciliana, quella vera, non è affatto così.

Se siete stati almeno una volta in Sicilia nel periodo estivo, non potete non aver assaggiato la vera granita: un misto tra un gelato e un sorbetto. Si caratterizza per presentare la cremosità e l’aroma dei migliori gelati, uniti alla freschezza e leggera granulosità del sorbetto. Niente pezzi di ghiaccio o sciroppi artificiali. La si trova in molti bar, ma soprattutto nelle pasticcerie, nei suoi differenti gusti. Tra i più classici ci sono la granita al limone, la granita alla mandorla, quella al gelso, ma anche quella al caffè. Poi, la creatività di ognuno porta alla preparazione di diversi gusti, più o meno usuali.

La preparazione e il consumo della granita è talmente radicato che ha portato Messina alla tutela della granita con la Denominazione Comunale. Nel 2016 è stato istituito un regolamento con disciplinare di produzione a cui attenersi per la sua preparazione. È leggermente più dolciastra di quella preparata nel resto della Sicilia e spesso si aggiunge anche della panna, soprattutto nei gusti caffè e limone. Ad ogni modo non esiste la granita per definizione, ma come tutte le ricette che hanno una storia lunga, è caratterizzata dalle molteplici variabili, in relazione anche alle materie prime disponibili. Nella zona del catanese ad esempio è molto diffusa quella al latte di mandorla, ma anche quella al pistacchio di Bronte. Mentre nella zona di Siracusa, non si usa il latte di mandorla, ma la mandorla grezza: nella granita si possono vedere i pezzetti tritati della pelle marroncina.

Nel modicano è davvero diffusa quella con la mandorla abbrustolita e nel trapanese quella al gelsomino (quella a base di gelsi neri e di mandorla rientrano nell’elenco dei P.A.T. della zona, Prodotti Agroalimentari Tradizionali).

Dal 2012 ad Acireale viene organizzato un evento (quest’ anno sospeso) dedicato alla granita dal nome «Nivarata - Il festival internazionale della granita siciliana», che prende il nome dai nivaroli, coloro che andavano in montagna a prendere la neve per preparare la bevanda rinfrescante. Stando sul classico, possiamo provare a preparare la classica granita in casa, al gusto limone. Servono 3 bicchieri di acqua, 1 bicchiere di zucchero e 1 di succo di limone. Scaldiamo l’acqua in una pentola e facciamoci sciogliere lo zucchero. Poi facciamo raffreddare il tutto, aggiungendo quindi il succo di limone. Mettiamo in freezer e in circa 3 ore dovremmo avere la nostra granita, avendo cura di rompere i cristalli di ghiaccio con l’aiuto di un minipimer ogni mezz’ ora circa: si otterrà così una granita dalla consistenza cremosa.

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