La bella Atalanta
in una domenica di dolore

Ti svegli in una mattina bugiarda. Un sole primaverile che buca l’autunno, inonda la stanza, accende il sorriso. Ma quale sorriso... C’è ancora tanta Italia che crolla sotto i colpi del terremoto.

Un’altra scossa tremenda, la cattedrale di Norcia sventrata è un pugno alla bocca dello stomaco. C’è chi ha sentito tremare il pavimento anche qui, come se la terra (il Cielo) volesse ricordarci che quel dolore ci riguarda tutti, se mai provassimo a far finta di nulla, giusto perché è una bella domenica e il dì di festa la spensieratezza è un diritto. Ma l’Atalanta chiama, c’è un altro pomeriggio di gloria da raccontare. Quell’Atalanta che in mezzo al terremoto ci è passata mercoledì sera. A Pescara, dove i nostri inviati hanno «ballato» in tribuna stampa, hanno toccato la paura. Poi entri allo stadio – mentre quattro imbecilli in via Lazzaretto hanno lanciato bombe carta e ti chiedi ancora in che mondo viva certa gente che non capisce neppure la mestizia di un giorno così – e davanti agli occhi si srotola subito un segno di grande rispetto: qui, sì, il pubblico ha capito che proprio l’arena sportiva può essere il luogo indicato per lanciare un visibile messaggio di solidarietà. Di civiltà. Grazie per quello striscione in curva Sud: «Trema l’Italia e le case dei nostri fratelli. La vostra angoscia è anche la nostra». E grazie all’Atalanta e al Genoa (bello l’abbraccio tra i giocatori a fine partita, cominciata con l’appello dei capitani Burdisso e Gomez a non abbassare la guardia contro la violenza sulle donne), agli spettatori (quanti applausi, e lo striscione in memoria del massaggiatore Giulio Ceruti) per questa domenica che vorremmo esclamare bellissima, se quel mostro che si muove sotto i nostri piedi non avesse allungato le sue zampe. Domenica di calcio spettacolare. La sfida a specchio, tra due squadre simili, e che Gasperini temeva come la più difficile, si è chiusa con un trionfo. Genoa schiantato su tutti i fronti. Terzo successo di fila e quinto nelle ultime sei partite (neanche una sconfitta). Siamo solo all’undicesima giornata di campionato e non sappiamo più che aggettivi usare per questa Atalanta delle meraviglie. L’Europa è lì, ma fermiamoci qui e non nominiamola troppo che porta una iella... Godiamoci questa squadra bella e impossibile senza imporle troppi lacci. Non dimentichiamoci che il suo simbolo è femmina, sarebbe un attimo perderla

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