Atalanta, niente ossessioni
A Madrid sereni ma molto decisi

«L’Atalanta sta benissimo», abbiamo titolato sul giornale di ieri. È la realtà del campionato che la vede in piena corsa per un posto nella Champions League della prossima stagione. Ed è la realtà della Champions di oggi, perché, nonostante la sconfitta nell’andata degli ottavi di finale per 1-0 (reggendo in dieci quasi tutta la partita a causa dell’esagerata espulsione di Freuler), i giochi sono ancora aperti. Domani a Madrid i nerazzurri hanno il dovere e il piacere di tentare l’impresa. Con un gol (senza che segni il Real) si va ai supplementari e poi eventualmente ai rigori, con due (anche se ne fanno uno gli spagnoli) si va ai quarti. Sono solo due delle possibilità di risultato, le prime a cui pensi. Giusto per dire che non siamo di fronte a una missione impossibile.

Poi se guardiamo alle probabilità è ovvio che i Galacticos partono favoriti. Ancor più che all’andata dal momento che hanno recuperato giocatori importanti, a cominciare da Ramos e Benzema (sabato autore di una doppietta decisiva nella vittoria in Liga per 2-1 sull’Elche), assenti nella partita di Bergamo. L’Atalanta può scendere in campo al «Di Stefano» di Valdebebas concentrata sì, ma serena: premi economici previsti dal passaggio del turno a parte, non ha nulla da perdere.

Nessuna pressione su una squadra meravigliosa che ogni anno che passa scala la gerarchia del calcio europeo, accrescendo l’ammirazione che riscuote nel mondo (che significa grande stima per il livello tecnico e ritorno d’immagine senza precedenti) e la consapevolezza di essere forte. Comunque vada domani sera, non abbiamo dubbi che Gasperini e i suoi uomini daranno il massimo. Certe sfide scrivono la storia prima ancora di essere consumate. Real Madrid-Atalanta è già un regalo insperato per Bergamo, la qualificazione sarebbe l’apoteosi, un’eliminazione a testa alta meriterebbe lo stesso applausi. Godiamoci la sfida senza ossessioni e lo stesso facciano i giocatori: spesso i risultati migliori arrivano così. In Italia abbiamo chiaro l’esempio (che si chiama Juve) dei danni che può generare l’ansia da prestazione per l’obbligo di vincere in Champions, quando magari ti manca un’identità di gioco precisa. L’Atalanta non ha nessuno di questi due problemi.

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