«In città – conferma Gianni Torri, responsabile Ana dell'accoglienza per l'imminente adunata – abbiamo esaurito tutti gli attendamenti: si tratta di almeno 6.500 persone che troveranno spazio tra il campo Lombardini, 100 mila metri quadri dietro la Clinica Gavazzeni, l'area adiacente all'istituto Natta (30 mila metri quadri di proprietà della Provincia, ndr), quella alla Trucca (80 mila metri quadri, ndr), e nel capannone della nuova Fiera, parcheggi compresi. Attualmente stiamo dirottando le prenotazioni nell'hinterland dove qualche disponibilità, tra Dalmine, Ponte San Pietro e Scanzorosciate, c'è ancora. Poi dovremo quasi certamente appoggiarci a Treviglio che, probabilmente, metterà a disposizione una grossa area come la Fiera o il palazzetto dello sport».
«Al momento – aggiunge Torri – le prenotazioni sono almeno 20 mila in tutta la provincia, se a queste aggiungiamo i 13 mila posti letto negli alberghi, siamo già ben oltre le 30 mila presenze». E le altre 2-300 mila penne nere che arriveranno tra il 6 e il 9 maggio? «In genere non ci sono problemi – conclude il responsabile dell'accoglienza – gli alpini sono abituati ad arrangiarsi: in tantissimi raggiungeranno Bergamo con gli autobus il giorno stesso, molti altri troveranno sistemazioni nel resto della provincia, ma anche nelle città fuori dei confini bergamaschi. Lo scorso anno, giusto per citare l'esempio più recente, al raduno di Latina, molti avevano alloggiato a Roma, mentre a Bassano, considerata anche la scarsa disponibilità offerta dal piccolo Comune veneto, non erano mancate le penne nere sistemate a Treviso e dintorni».
Insomma nessun patema. Anzi, al limite, un pizzico di soddisfazione anticipata: «Per la verità – commenta il presidente dell'Ana di Bergamo Antonio Sarti – ci aspettavamo che questa adunata sarebbe stata diversa anche in termini numerici, le aspettative erano molte e per questo ci siamo preparati a quella che certamente sarà un'invasione serena e pacifica. Problemi di accoglienza non dovrebbero proprio essercene. Semmai il tema è l'organizzazione, la gestione di tutte queste persone in modo da non arrecare troppi disagi alla città. Anche su questo stiamo lavorando da tempo, in particolare con l'amministrazione comunale e quella provinciale con le quali abbiamo instaurato un dialogo molto serrato. Il prossimo tavolo istituzionale è in programma all'inizio di febbraio, mentre in una data immediatamente precedente verrà aperto quello con la Prefettura. In generale siamo ottimisti: i problemi non mancano, ma abbiamo lavorato molto a monte e questo ci consente di affrontarli con una certa serenità».
Come si dice: chi bene comincia, metà dell'opera. E di fatti in via Gasparini non sono stati certi con le mani in mano. Da almeno un anno e mezzo si sta lavorando all'organizzazione vera e propria e il percorso, tanto per citare un esempio banale ma significativo, è stato definito ormai da un pezzo (partenza in Piazza Sant'Anna, quindi via Mai e da qui verso il centro, lungo viale Papa Giovanni XXIII e piazza Vittorio Veneto, dove verranno allestite le tribune d'onore con tre mila posti a sedere, quindi, superate le autorità, si svolterà a destra in via Verdi e ci si dirigerà in direzione del Palazzetto dello sport e di Borgo Santa Caterina dove il corteo si scioglierà).
Ora non resta che completare l'opera. Del resto non manca molto: quattro mesi e la festa sarà già terminata. Anche l'epilogo è già scritto: quella cittadinanza onoraria che Palafrizzoni ha deciso di conferire all'Ana di Bergamo proprio al termine dell'adunata.
Emanuele Falchetti
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