Ferrari 812 Superfast
Supercar da 800 CV

Nelle supercar la prima sfida da affrontare, quando si presenta un nuovo modello, è sempre quella più difficile: superare ogni volta i record precedenti. E la Ferrari 812 Superfast riesce nell’obbiettivo.

A Maranello questo «challenge» è stato ancora più̀ impegnativo quando si è trattato di impostare la progettazione della nuova vettura 12 cilindri, «erede» del motore che segnò l’inizio della gloriosa storia del Cavallino Rampante nel 1947. Questo perché anche la linea più avveniristica e riuscita non può prescindere dalla potenza allo stato puro. Per questo la nuova 812 Superfast, reginetta del recente Salone di Ginevra, nasce con un propulsore ancora più efficace ed efficiente. E con i suoi 800 CV, ben 60 in più rispetto alla F12 Berlinetta, diventa la Ferrari stradale più potente e prestazionale di sempre (ad eccezione delle serie speciali che montano, però, il V12 posteriore). La 812 Superfast apre, dunque, una nuova era nella storia delle 12 cilindri di Maranello e per sfruttarne nel migliore dei modi tutta la potenza e bilanciarne perfettamente i pesi è stata progettata attorno ad una architettura transaxle estremamente evoluta, che prevede il motore anteriore abbinato al cambio in posizione posteriore.

Siamo di fronte, tra l’altro, alla prima Ferrari dotata dello servosterzo elettrico EPS (Electric Power Steering) ma la vera sfida è stata quella di realizzare il motore stradale più potente della storia Ferrari riducendo, allo stesso tempo, emissioni e consumi senza alterare l’unicità del suono del 12 cilindri. Nell’impostare lo sviluppo del propulsore gli ingegneri si sono posti l’obiettivo di incrementare ulteriormente la potenza specifica del 12 cilindri della F12 Berlinetta, che già fornisce prestazioni al top del mercato. Per raggiungere questo scopo, si è deciso di concentrare gli sforzi soprattutto sull’ottimizzazione del sistema di aspirazione e sull’efficienza della combustione per poter sfruttare al meglio l’incremento della cilindrata del motore che passa da 6.2 a 6.5 litri.

Partendo dalla silhouette, si nota la connotazione da fastback: una due volumi dalla coda sostenuta che richiama la Daytona del 1969, dissimulando uno spoiler posteriore aggressivo per garantire il carico verticale al posteriore. I quattro fanali tondi posteriori, ripescati dalla tradizione di Maranello ma aggiornati e riattualizzati, sono adesso associati a un disegno costruito prevalentemente su linee orizzontali. Gli interni puntano a dare una maggior caratterizzazione sportiva all’abitacolo. La zona driver e gli svuotamenti centrali sono trattati con finiture a contrasto per enfatizzare ancora di più le dinamiche di forma. Il volante come sede dei comandi principali, più i «satelliti» che si diramano ai lati, abbinati a giochi di volume e contrasti di materiali, creano un cockpit estremo, accentrando l’equilibrio degli elementi sul pilota, personaggio principale attorno al quale si sviluppano volumetrie che ne enfatizzano il ruolo.

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