Trabant, o più affettuosamente Trabi, per una casuale assonanza con l’italiano «trabiccolo». E in effetti la mitica Trabant, l’utilitaria che per un quarantennio ha motorizzato la Germania dell’Est ante caduta del Muro di Berlino, a un trabiccolo è stata sempre associata dall’Occidente, che l’ha comodamente eletta simbolo dell’abisso del welfare tra i due blocchi.
La Trabi era quanto di più elementare potesse esistere sulle quattro ruote. Il motore a due tempi, 500 cc nelle prime versioni, è ricordato soprattutto per la sua scia di emissioni pestilenziali. Neanche l’ombra di qualcosa che potesse assomigliare a un accessorio. L’evoluzione, lentissima, dal 1954 ha visto la Trabant passare – nei tre modelli berlina, cabrio e giardinetta – attraverso una versione da 595 cc, per arrivare alla fine degli Anni ’80 alla massima espressione, con un affidabile motore 1.043, preso a prestito dalla Volkswagen Polo. La produzione cessò nel 1991.
Il crollo del Muro, aprendo la strada alle sofisticate vetture prodotte a Ovest, seppellì anche la povera Trabi. Nelle prime versioni, lo sprint – se così si può chiamare – da zero a 100 km orari, faceva registrare tempi di 29 secondi. Al di qua della Cortina di ferro dominavano già l’aerodinamica e il design, ma per la cenerentola Trabi c’erano solo forme squadrate ed essenziali, all’insegna della sobrietà dentro e fuori, senza concessioni all’estetica o alla fantasia. Insomma, un vero regalo per la propaganda occidentale, che poteva dipingere sul regime di Berlino Est lo stesso grigiore della vetturetta.
Al di là delle facili irrisioni, che avevano forse un senso negli anni della guerra fredda, resta il ruolo vitale che la Trabant ha avuto in una DDR oppressa da un’economia che arrancava senza speranza. Praticamente era l’unico mezzo privato per gli spostamenti e la acquistarono oltre tre milioni di tedeschi dell’Est.
Ora la Trabi sta per tornare protagonista, ma sul versante opposto, cioè all’avanguardia, imbottita di tecnologie innovative e con tanto di motore elettrico. La rinascita dovrebbe cominciare a Francoforte, con un prototipo allineato tra le novità del salone. Del modello storico si potrà rivedere qualche tratto, ma la nuova Trabant avrà una linea moderna e dimensioni maggiorate.
Il motore elettrico dovrebbe essere firmato BMW. Una rivincita, per la Trabi, e non sarà la prima: la tanto irrisa utilitaria, infatti, negli Anni ’90 aveva superato indenne la prova di stabilità chiamata in gergo test dell’alce, sorpassando una delle più lussuose e prestigiose marche occidentali.
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