Addio all'ideatore
della Porsche 911

Mentre al Salone di New York la Porsche 911 veniva acclamata «2012 World Performance Car» da una giuria internazionale di 64 giornalisti, a Salisburgo si spegneva, all'età di 76 anni, Ferdinand Alexander Porsche, l'ideatore della prima 911 del 1963.

Mentre al Salone di New York la Porsche 911 veniva acclamata «2012 World Performance Car» da una giuria internazionale di 64 giornalisti, a Salisburgo si spegneva, all'età di 76 anni, Ferdinand Alexander Porsche, l'ideatore della prima 911 del 1963.

Nipote di Ferdinand Porsche, geniale progettista e papà del Maggiolino Volkswagen, e figlio primogenito di Ferry Porsche, a cui si deve la celebre Porsche 356, già dalla prima infanzia il piccolo «Butzi», questo il suo soprannome, si appassiona al mondo dei motori.

Nato a Stoccarda l'11 dicembre 1935, si diploma all'Accademia di design di Ulm e nel 1962 assume la direzione del centro stile Porsche. Dalla sua matita nasce nel 1963 una delle più belle automobili sportive mai prodotte: la Porsche 901/911.

Unica e inconfondibile, la linea della 911 sembra non risentire del passare degli anni: alla continua ricerca della perfezione, la 911 evolve senza perdere i tratti originali, ma anche senza rinunciare a quelle innovazioni tecniche e stilistiche che la trasformeranno nell'icona del marchio di Zuffenhausen.

E non è un caso se oggi la settima generazione della Porsche, siglata «991», è stata premiata con il titolo di «vettura sportiva dell'anno» lasciandosi alle spalle due autentiche supercar, la Lamborghini Aventador e la McLaren MP4-12C.

Dopo aver disegnato la Type 804 di Formula 1 e la Porsche 904 Carrera GTS, Ferdinand Alexander amplia i suoi orizzonti fondando nel 1972 il Porsche Design Studio: orologi, occhiali, calzature sportive, articoli da viaggio, qualsiasi accessorio porti la sua firma segue la stessa filosofia che è alla base del successo della 911: «Il design deve essere funzionale e la funzionalità deve essere tradotta visivamente in estetica, senza orpelli che richiedano una spiegazione».

Diego Signorelli

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