Vuole un miliardo

Messina è stata senz’acqua per una settimana, i piloni delle superstrade hanno la consistenza di un grissino, le collusioni continuano ad essere infinite, ma Rosario Crocetta vuole un miliardo.

O il governo delibera mille milioni di euro in favore della Sicilia oppure la Regione autonoma più sgangherata d’Italia fallisce. «E se fallisce la Sicilia - vaticina il governatore - fallisce l’Italia». Il che è tutto da dimostrare. Ripianare i debiti di alcune Regioni è lo sport nazionale più costoso per le casse dello Stato, ma ogni fine d’anno parte la questua e dopo qualche scaramuccia palazzo Chigi cede. Eppure a palazzo dei Normanni i denari non sono mai mancati. Ricordiamo i 12,5 milioni di euro sequestrati in beni per la truffa al servizio antincendio, con voli inesistenti, elicotteri con avarie simulate, appalti di favore e un’inchiesta ancora in corso.

Ricordiamo lo scandalo della Formazione, con 7 ex dipendenti della Regione assunti da una società di servizi beneficiata da una convenzione di 2 milioni di euro perché portasse a termine l’operazione. Non sfuggono i dieci milioni di euro di rimborsi non autorizzati che hanno portato 83 deputati regionali davanti al giudice: dovranno spiegare come mai l’acquisto di borse griffate, gioielli, auto di lusso e biancheria intima farebbe parte dell’attività politica. E per finire, come si fa a dimenticare i sussidi sociali per persone indigenti che per 14 anni sono stati erogati anche a milionari e ad affiliati a Cosa Nostra?

Esempi a memoria, ma sbagliare è difficile. E adesso Crocetta chiede ai contribuenti, con una certa aggressività, un miliardo per non fallire. Attendiamo con curiosità la risposta di Renzi.

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