Tre bucce di banana

Fuori dalla Leopolda ci sono alcune bucce di banana. È bene parlarne non tanto per entrare nel corteo di Susanna Camusso, troppo nostalgico e reducista per servire a qualcosa di propositivo, ma per far sapere agli italiani che Matteo Renzi qualche sbandata l’ha presa e qualcun’altra l’ha evitata sulla strada accidentata delle riforme.

Prima buccia di banana, finora abbastanza ben mimetizzata nelle pieghe della legge di Stabilità: senza correttivi, nel 2016 aumenterà automaticamente l’Iva, quella agevolata passerà dal 10 al 12% e quella ordinaria dal 22 al 24%. È probabile che più avanti il ministro Padoan metterà mano al dossier, ma per accontentare l’Europa il sacrificio è stato messo nero su bianco.

Seconda buccia di banana, questa volta evitata: i 140 milioni per gli operai forestali della Calabria a partire dal 2017. Nelle bozze della legge erano previsti, per qualche giorno sono diventati manna per i diecimila destinatari (un esercito) e motivo di ingrossamento del fegato per tutti gli altri italiani che non riuscivano proprio a comprendere il senso di una simile, assurda regalìa. Fino a che il ministro Poletti non ha precisato: «Non mi risulta la presenza di quei soldi».

La terza buccia di banana riguarda il taglio di 100 milioni dal fondo malattie invalidanti, compresa la Sla. La faccenda è imbarazzante, Renzi s’era persino fatto la doccia per aiutare la raccolta fondi (2,4 milioni solo in Italia). Ieri ha precisato: «Quei soldi non si toccano». Mal che vada può usare quelli destinati al cadeau per i forestali.

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