Sovranità limitata

di Gianlorenzo Barollo

Ma l’Italia è ancora un Paese dotato di sovranità? La domanda sboccia dall’evidente inconsistenza delle istanze italiane nello scenario internazionale. La vicenda delle famiglie bloccate in Congo, costrette a tornare a casa.

Ma l’Italia è ancora un Paese dotato di sovranità? La domanda sboccia dall’evidente inconsistenza delle istanze italiane nello scenario internazionale. La triste vicenda delle famiglie bloccate in Congo con i bimbi adottivi e poi costrette a tornare a casa a mani vuote.

Oppure la kafkiana ragnatela che avvolge i due nostri marò imputati di omicidio: il pendolo della giustizia indiana ora oscilla sulla pena di morte alla faccia di tutte le garanzie. A stupire non è tanto l’esito del dialogo - in diplomazia si vince e si perde -, quanto la difficoltà di farsi ascoltare.

Il nostro governo pare afono: parla, ma nessuno sente. Eppure l’Italia è utile e simpatica quando si impegna in Afghanistan, quando fa la guardia in Libano, quando non si immischia nelle faccende di Libia e tiene i piedi ben lontani dalle manovre di Russia e Cina.

Tante pacche sulle spalle, specie a stelle e strisce. Ma quando cerca di proteggere gli interessi dei suoi cittadini, quando sottolinea che le ondate di profughi non sono un problema locale, quando chiede il rispetto di trattati internazionali, allora l’Italia diventa trasparente.

Come se ne esce? Con minacce stile Nord Corea? Di bombe abbiamo soltanto quelle ecologiche. Con la Padania libera? Piccolo è bello: andava bene un paio di secoli fa, oggi si rischia la fine di Arlecchino servitore di tutti i padroni. La risposta più pratica sta nel progetto dell’Unione europea. Ma l’Europa va rimessa in piedi e, a partire dalle elezioni di maggio, abbiamo la possibilità di farlo.

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