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È uno spot perfetto contro il canone in bolletta. Se i concorrenti della Rai avessero voluto pianificare una campagna pubblicitaria contro la Tv di Stato convocando una batteria di denigratori di professione non avrebbero saputo fare di meglio.

L’anno salutato un minuto prima, la bestemmia in diretta (a conferma che i folcloristici spettatori da casa possono fare più danni di Mastelloni) e adesso i gustosi retroscena sul costo della trasmissione di San Silvestro: roba che l’utente medio sta già aspettando la scadenza di luglio per fare un aeroplanino di carta con il bollettino della prima rata.

Se in Italia c’è un’azienda che vive e opera ancora nei meravigliosi anni Ottanta a spese dei contribuenti, questa è la Rai. Anzi mamma Rai, ancora accogliente e pervasiva. Ci mancano moltissimo i servizi surreali di Beppe Viola alla Domenica Sportiva, il resto no perché c’è tutto. Soprattutto c’è il totale disinteresse per la cosa pubblica, confermato anche questa volta. Per allestire lo spettacolo «L’anno che verrà», quello dell’orologio in anticipo e della bestemmia in perfetto orario, trecento fra tecnici e autori Rai si sono trasferiti a Matera il 13 dicembre e hanno speso di alloggio 130 mila euro, pagati dalla Regione Basilicata in cambio della promozione turistica.

L’accordo è inserito nella marcia di avvicinamento di Matera a capitale della cultura 2019. I trecento sono arrivati dalle sedi di Napoli o di Bari, le più vicine e quindi economiche? No, troppo banale. Per la serata sono state mobilitate maestranze da Roma e da Milano. Alloggi a tre e quattro stelle (5 troppo lussuosi, 2 a rischio vertenza sindacale), diaria di 60 euro per pranzi e cene a carico dell’azienda. Visto che la gita è piaciuta, la replicheranno per i prossimi quattro anni. Un bell’applauso.

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