Quel «pin» senz’anima

«Là dentro c’è la vita di mio figlio, ma la Apple non vuole mostrarmela». Là dentro è la scatola nera dello smartphone, l’oggetto che custodisce risate, pianti, ricordi, pensieri, fotografie di un ragazzo cosiddetto «nativo digitale». È la bussola della modernità, un arido telefonino che diventa compagno di vita e custodisce segreti per sempre.

Eppure un papà che ha perso il figlio per colpa di una malattia micidiale vorrebbe accedervi, aprire quello scrigno e rivedere quel ragazzo muoversi, pensare, elencare i sogni e i desideri, ammettere le paure. Insomma, risentire battere il suo cuore per un attimo, anche solo attraverso il freddo parallelepipedo ormai inutile. Perché lui, papà Leonardo di Foligno, non conosce il pin. «L’iPhone 6 è nella cameretta di Dama e non posso accenderlo - spiega sconsolato -. Ho chiesto all’Apple Store, ho spedito una lettera a Cupertino. Mi hanno fatto le condoglianze, ma mi hanno detto no. Capisco la privacy, ma lo trovo disumano».

Leonardo non vuole arrendersi, ma guarda con preoccupazione a ciò che sta accadendo in questi giorni: se Tim Cook nega l’autorizzazione all’Fbi di accedere allo smartphone di uno dei terroristi della strage di San Bernardino, figuriamoci a lui. No davanti alla sicurezza nazionale, no davanti a un padre che chiede consolazione.

E se dentro un telefonino ci fosse il codice per disinnescare una bomba posizionata in una stazione del metrò, Apple che farebbe? Non lo sappiamo. Abbiamo solo il sospetto che il mondo delle password, dei credits e dei pin ci abbia regalato molte comodità e ci stia togliendo qualcosa di ancora più prezioso: l’umanità.

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CORRADO MOIOLI

9 anni, 2 mesi

Se dentro al telefono ci fosse il codice per disinnescare una bomba? Non ce lo direbbero ugualmente il pin, perché queste multinazionali se ne infischiano della vita della gente se gli fa perdere qualche vendita. I loro prodotti vengono venduti anche a terroristi, delinquenti, ladri e quindi per non perdere queste vendite ci tengono a far sapere al mondo intero che loro no! non daranno mai e per nessuna ragione l'accesso. Forse che per non perdere clienti la Svizzera stia informando il mondo di quanti e sopratutto chi sono i clienti con soldi di provenienza illegale per non dire sporchi di sangue.

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Giorgio Tiraboschi

9 anni, 2 mesi

Ma ce la sentiremmo di dire che i libri tolsero l'anima ai popoli che non li avevano? E' certo che Socrate provò a metterci in guardia da questa "tecnologia" ma è altrettanto certo che oggi solo un folle li riterrebbe un pericolo per l'anima. E’ difficile rievocarlo ma anche all'alba del cinema e della fotografia sorsero gli stessi sospetti e le stesse paure. Ed è per questo che bisogna avere maggiore fiducia nel pensare che gli smartphone, la rete, i nuovi dispositivi e tra un pò la realtà virtuale sapranno interpretare altrettanto bene, anche se certamente in modi nuovi e persino imprevedibili, l'anima delle nostre vite.

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Giancarlo Passalacqua

9 anni, 2 mesi

Il Pin e molte altre cose , in primis le manipolazioni genetiche che ci faranno nascere in una incubatrice , ci stanno e ci toglieranno gran parte della nostra umanità,non so se riusciremo a cambiare rotta , non so quale prezzo dovremo pagare e sopra tutto non so se ne vale la pena .

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