Poco vigili

Il giorno dopo, i vigili di Roma sono un po’ meno assenteisti. È scattato l’effetto mamma, molto di moda in Italia dove una regola calpestata provoca indignazione per 24 ore. Nelle successive entrano in scena tre reazioni chimiche, proprie dell’italianità.

Eccole nell’ordine: 1) il benaltrismo. Così ci si domanda, soprattutto sul web: ma dell’assenteismo dei politici dal Parlamento non parla nessuno? Naturalmente se ne parla da anni, è uno dei motivi di vergogna della Casta. 2) Il malinteso senso della pietas. Ed ecco che i reprobi lentamente si trasformano in «quei bravi ragazzi che non sapevano a quali conseguenze sarebbero andati incontro». 3) Il timore di generalizzare. «Non sparate nel mucchio» è l’imperativo di chi vorrebbe difenderli, anche se la percentuale dei volatilizzati è un mucchio alto come il Gianicolo.

Oggi il tema si frantuma in mille rivoli di leguleio interesse davanti ai quali si finisce per perdere di vista il fatto: l’83% dei vigili in servizio la notte di Capodanno ha marcato visita per malattia o per permessi straordinari. Tutto normale o sono finiti in divieto di sosta? Ad aggravare la posizione dei pizzardoni c’è un impietoso confronto, quello con i ghisa milanesi. A Roma sono 6.077 ed elevano 150 multe a testa. A Milano sono la metà e hanno una media di 370 multe l’anno.

Lavorano di più, difficile che siano solo più inflessibili. Va persino peggio con i costi standard: mentre Milano risparmia il 38% sugli stipendi, Roma spende il 14% in più. Ma ad occuparsi della città col maggior numero di auto al mondo in percentuale (oltre 70 ogni 100 abitanti) sono 105 la sera e 993 la mattina. Vale a dire dall’1,7 al 16,3% della forza complessiva. Tutti gli altri in ufficio? Così si credeva fino a quattro giorni fa.

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