Pallone e banane

di Giorgio Gandola

Stile italiano. Carlo Tavecchio, candidato alla presidenza della Federcalcio, se ne esce con la frase: «I calciatori africani prima mangiavano le banane e adesso giocano titolari». Sconcerto generale per un autogol così pacchiano.

Stile americano. La giustizia della California ha dato il via libera alla cessione della squadra dei Los Angeles Clippers (professionisti del canestro) all’ex amministratore delegato di Microsoft, Steve Ballmer, per la cifra di due miliardi, da parte di Shelly Sterling, moglie dell’ex proprietario dichiarato indesiderato dalla lega basket Nba dopo lo scandalo delle frasi razziste. Donald Sterling aveva chiesto a una sua amica (o amichetta) di «non portare persone di colore alle partite del team».

Si riferiva all’ex campione Magic Johnson, sul quale aggiungeva: «Merita di essere ammirato, ma privatamente. Non puoi metterlo su Instagram e non puoi portarlo alle partite».

Le frasi scatenarono l’indignazione pubblica dalle periferia fino alla Casa bianca. Anche la sua squadra, composta da giocatori di colore, lo criticò duramente. La lega lo dichiarò indesiderato: «Il suo punto di vista non ha posto nell’Nba, più grande di qualsiasi proprietario, allenatore o giocatore». Poi lo squalificò a vita.

Stile italiano. Carlo Tavecchio, candidato alla presidenza della Federcalcio, se ne esce con la frase: «I calciatori africani prima mangiavano le banane e adesso giocano titolari». Sconcerto generale per un autogol così pacchiano. Anche perché sono le stesse banane che piovono in campo dalle curve. La corsa di Tavecchio dovrebbe essere semplicemente finita. E invece no, parte del pianeta calcio lo difende («solo una battuta infelice»). Siamo alle comiche: agli ultrà i Daspo, al candidato impresentabile i voti.

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