Paga e Tasi...

di Giorgio Gandola

Accompagnato dal fastidio che di solito si riserva al primo raffreddore torna il tormentone Imu. Il ministro Saccomanni è implacabile: «Non c’è la copertura per abolire la seconda rata». Lui la sta cercando da cinque mesi, ma senza successo.

Accompagnato dal fastidio che di solito si riserva al primo raffreddore torna il tormentone Imu. Il ministro Saccomanni è implacabile: «Non c’è la copertura per abolire la seconda rata». Lui la sta cercando da cinque mesi, ma senza successo. E c’è da capirlo: per un economista col pennacchio trovare 2,4 miliardi da risparmiare dentro una spesa pubblica di 800 miliardi (gli si chiede un obiettivo che vale lo 0,25%) non dev’essere semplice. Lo sarebbe per una massaia, che per recuperare una percentuale così irrisoria risparmierebbe sul prosciutto crudo (una fetta), sul vino in tavola (un bicchiere), su qualche regalo di Natale.

Ma un professore prestato alla politica dei veti incrociati, degli immobilismi strutturali e della chiacchiera elevata a sistema qualche problema in più mostra di averlo. Ed è un peccato perchè gli italiani - dopo avere contribuito pesantemente al rientro nei parametri in Europa - si aspettano un segnale di rigore e di efficienza anche dal Palazzo. E invece niente.

L’aumento dell’Iva è finito sulle spalle dei cittadini. Quello dei carburanti non fa più neppure notizia.La service tax con Trise, Tari e altre diavolerie busserà alle nostre porte. Il governo delle Larghe Intese ne ha mostrata soprattutto una, granitica: da destra a sinistra il privilegio è sacro, è una roccaforte dalla quale non si indietreggia neppure un metro. E quando Angelino Alfano dice a Saccomanni: «Niente Imu, gli accordi erano altri», sembra che reciti la sua parte in commedia, perchè quei 2,4 miliardi servono e vanno recuperati. Con il solito metodo: Paga e Tasi.

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