La siepe svizzera

di Giorgio Gandola

L’ossessione svizzera nei confronti dei frontalieri ormai si manifesta in ogni campo del vivere, anche il giardinaggio. È infatti dedicato a un incauto cittadino elvetico che bagna per sbaglio il giardino del vicino l’ultimo spot della Camera di Commercio del Canton Ticino

L’ossessione svizzera nei confronti dei frontalieri ormai si manifesta in ogni campo del vivere, anche il giardinaggio. È infatti dedicato a un incauto cittadino elvetico che bagna per sbaglio il giardino del vicino l’ultimo spot della Camera di Commercio del Canton Ticino per ammonire contro la troppa confidenza agli stranieri, sino alla delocalizzazione delle attività svizzere in Italia.

Pericolo non del tutto immediato, visto che per ora il flusso è esattamente opposto: la fuga delle aziende dalla intricatissima e incomprensibile burocrazia italiana alla Svizzera della tassazione concordata e delle agevolazioni d’impresa.

Lo spot è a suo modo simpatico e illuminante. C’è un signore che con un getto d’acqua più lungo del dovuto, invece di innaffiare la sua erba rinvigorisce quella del vicino. Ma non si accorge che così facendo rende arido il suo campo e rigoglioso quello oltre la siepe.

Segnali neppure troppo subliminali, accompagnati dalla frase: «Nutriamo il nostro territorio, lavoriamo con imprese locali». Irrigare il giardino altrui ha anche aspetti vagamente pericolosi, e infatti l’allampanato dilettante della bagnatura viene pure centrato e tramortito da una pallonata, simbolo di un’Italia vacua che può essere rappresentata dal fanatismo calcistico.

Dal «bala i rat» del leghismo ticinese a questo spot ci passa un chilometro di raffinatezza. Ma è un peccato che gli svizzeri non riescano a persuadersi del cammino di civiltà da loro compiuto grazie ai sacrifici e al valore aggiunto degli immigrati italiani. Nell’attesa andremo in vacanza in Austria.

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