La prof e il copione

Tutto in una lettera. La firma un’insegnante di scuola media che durante l’estate ha chiesto ai suoi alunni di leggere tre libri a piacere e di preparare un riassunto con le impressioni. Alla ripresa «scopro che uno di loro ha copiato da Wikipedia per filo e per segno, riuscendo anche a commettere errori di ortografia». La prof rimprovera lo studente per aver preso in giro «l’insegnante e i compagni che hanno lavorato seriamente, ma soprattutto se stesso, privandosi dell’opportunità di leggere e scrivere».

E prende spunto dalla vicenda per spiegare la differenza fra opera intellettuale e plagio. Potete immaginare com’è andata a finire. Il ragazzo si lamenta del trattamento con la famiglia e la madre si precipita a scuola minacciando di denunciare la prof per maltrattamenti, «senza soffermarsi sui compiti copiati». Con il risultato che l’alunno torna in classe a testa alta «sicuro della sua impunità», si conclude l’amara lettera a Repubblica.

Un flash che ci restituisce il senso concreto del grande problema educativo che attraversa la scuola italiana. I docenti hanno molto da offrire - per preparazione e passione - e hanno molto da farsi perdonare quando scambiano una vocazione fra le più nobili per un fastidioso obbligo quotidiano. Ma anche le famiglia iperprotettive e subito pronte a farsi affiancare dall’avvocato prendono un enorme abbaglio: il peggior modo di educare un figlio è dargli sempre ragione. Mia madre qualche volta usava quelli che chiamava « scappellotti a fin di bene». Hanno funzionato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA