La nonna del mondo

Continua ad affascinarci una storia che sembra uscita da un romanzo di Balzac, nella commedia umana della vita. È quella di Emma Morano, che stando seduta sulla sua poltrona preferita davanti alla finestra che guarda il lago Maggiore a Pallanza, ha battuto un record insolito e dolce, quello di longevità.

Per mancanza di concorrenti è diventata la persona più anziana del mondo, l’ultima donna dell’Ottocento (nacque il 29 novembre 1899). Centosedici anni. Fuori dalla sua porta c’è la fila delle troupes televisive, regolate dalla badante colombiana Giamile, arrivate da tutto il mondo per studiarla. Lei non si nega, ma prima di riceverle chiede se hanno portato qualcosa - fiori, cioccolatini - perché, dice: «Non si va in casa d’altri a mani vuote». Ha i capelli bianchi corti, uno scialle rosso sulle spalle e lo sguardo malinconico di chi le ha viste tutte. Ha lavorato in una fabbrica di sacchi di juta, ha perso il suo amore in guerra, ha lasciato suo marito nel 1938 perché la picchiava. E per non dimenticarsene mai ha fatto segare a metà il letto matrimoniale. Una lunga vita lascia tanti ricordi e non tutti sono piacevoli. Emma ha visto morire un figlio, tre fratelli, quattro sorelle e quando chiude gli occhi sembra che vada via per un attimo a trovarli. Tutti le chiedono qual è la dieta della donna più longeva del mondo. Rosso d’uovo crudo, una fettina di carne tagliata fine e una banana; poca frutta e verdura, solo mele frullate con tre savoiardi. Ha un giovanissimo medico di novant’anni che la tiene a bada e di questo record non sembra interessarle granché. È più concentrata su due oggetti che porta con sé anche quando va a letto: la crema Venus alla vitamina E per la pelle e il borsellino. Lo chiama proprio così. Poi torna a guardare il lago fermo, là fuori.

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