Il tram tornò vuoto

Il plastico è il più grande del mondo: l’intera Palermo. E il trenino è così realistico e complesso da far invidia ai migliori collezionisti svizzeri. In più c’è una caratteristica che nessuno finora è mai riuscito a eguagliare: la scala 1 a 1.

È la metropolitana leggera della città, costata 320 milioni di euro e otto anni di lavoro. Funziona perfettamente, carrozze bianche e pulitissime, percorre il tragitto prestabilito con efficienza teutonica, nel senso che non sgarra un minuto. Sembra un sogno nel bellissimo ma incasinatissimo-trafficatissimo-disordinatissimo capoluogo siciliano. Ci sono però due dettagli che dovrebbero mettere in allarme l’incauto osservatore: sulle obliteratrici c’è il cellophan e nessuno ci ha mai visto sopra un passeggero.

Il tram viaggia vuoto, anzi circola in perenne collaudo. Lo fa con paziente efficienza aspettando di sapere chi debba gestire il servizio, con quali soldi e con quale personale. Problema non da poco se è vero - com’è vero - che negli ultimi mesi il contratto è stato bocciato plurime volte e la faccenda ha portato il sindaco Leoluca Orlando sull’orlo di una crisi di nervi. Le commissioni Contratti, Aziende e Bilancio si sono messe di traverso, si tratta su favori e prebende, ma la delibera non passa. Sono giorni decisivi perché il sindaco intende chiudere la faccenda entro il 23 sera e poi dedicarsi al presepe. Il carrozzone pubblico Amat detta le sue condizioni e nessuno ha il coraggio, per ora, di indire una gara fra privati tagliandolo fuori. La questione è politica e c’è chi lancia l’idea degli «abbonamenti intelligenti». Mentre il tram continua a girare a vuoto su 15 km e con 40 inutili fermate, viene da aggiungere: almeno quelli.

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