Il calore di una mamma

Cos’è la mamma? «Una coperta che mi avvolge quando ho freddo». È una delle definizioni più usate dai bambini all’asilo per disegnare il perimetro dell’affetto di una madre nei confronti dei figli.

Qualcosa che per i piccoli è, oltre che istintivo, fisico, persino tattile. Ebbene, quella coperta continua a riscaldare anche dall’alito gelido della morte. Accade in una stanza d’ospedale al San Raffaele di Milano, dove i medici stanno tentando qualcosa di quasi impossibile: tenere in vita un bimbo nel grembo della mamma clinicamente morta.

Emorragia cerebrale dieci giorni fa, corsa all’ospedale, niente da fare. In una situazione simile si espiantano gli organi. Non in questo caso, perché la mamma ha ancora un compito: provare a tenere in vita col suo calore quella creatura che cresce dentro di lei. Così la spina non è stata staccata, la tecnologìa nella rianimazione viene tenuta viva al massimo livello.

E uno staff cresciuto fra i muri di un’eccellenza ospedaliera mondiale nata dal sogno visionario di don Verzé per salvare la vita all’uomo, è pronto alla sfida più estrema. A 23 settimane il bimbo non sarebbe mai sopravvissuto fuori dal grembo materno. Ora cresce. Il cuore della mamma continua a battere, e finché questo accade lui vive.

Il cammino è ancora lungo: si parla di quattro settimane, poi potrebbe farcela da solo. Vicino al letto, il papà e i nonni materni pregano perché il miracolo riesca e la vita ci stupisca ancora una volta. La scienza ha un ruolo fondamentale. Ma ciò che sta accadendo in quella stanza d’ospedale ha un collante ancora più forte, l’amore

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