L'Urlo / Bergamo Città
Martedì 06 Gennaio 2015
Grillo sempre vigile
Grillo dà ragione ai vigili romani. Cosa del tutto legittima, il posizionamento è strategico in una logica di eterna campagna elettorale. Lo sosteneva anche Bertolt Brecht: «Mi siedo dalla parte del torto perché tutte le altre poltrone sono occupate».
Certe opposizioni sentono l’aria che tira e mettono la vela al vento. È questo il principale motivo del successo del Movimento 5 stelle ed anche il principale motivo del suo stallo; la gente ha capito che oltre l’indignazione non riesce ad andare.
Ma questa volta c’è qualcosa di più singolare. Per il gusto di opporsi al buon senso comune, il difensore civico più intransigente del momento non ha esitato a trasformarsi nel difensore d’ufficio della vergogna di San Silvestro. Lui che va cercando lobbies col lanternino, che userebbe il lanciafiamme contro i potentati corporativi, che giustamente avverte pruriti da orticaria davanti ai pubblici sprechi, ecco che prende muscolarmente le parti di chi ha dato prova di assenteismo, s’è fatto firmare certificati medici fasulli, ha calpestato un pubblico servizio per una pretesa rivendicazione.
«Questa faccenda serve solo per distogliere l’attenzione da Mafia capitale, aspettiamo sempre le dimissioni di Marino e Poletti», ha spiegato Beppe Grillo esercitandosi in uno degli sport preferiti dei politici italiani in cerca perenne di consenso, il «benaltrismo». Si accendono i riflettori su qualunque cosa? C’è ben altro.
Negli anni Ottanta andava di moda il «cerchiobottismo», che consentiva di dare un colpo al cerchio della Dc e subito dopo un altro a quello del Pci. Negli anni Novanta imperversò per una stagione il «doppiopesismo», in riferimento ai due pesi e due misure che Tangentopoli riservò ai partiti dell’arco costituzionale. Oggi chi non è benaltrista è démodé. Cosa non si fa per un pugno di voti.
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