Gratis in tribuna

C’è un tema che sta lacerando Napoli. Il miliardo di debiti dell’amministrazione De Magistris? No. L’incapacità della macchina comunale di far pagare persino le multe? No. Napule è ’na carta sporca e nisciuno se ne importa (copyright Pino Daniele)? No.

Il motivo principale di discussione nei giorni scorsi in consiglio comunale è stato, diciamo, più legato ai poteri istituzionali: è giusto che i consiglieri comunali abbiano i biglietti gratis dello stadio? Il quesito posto da Ricostruzione democratica (una lista civica di fuoriusciti dalla maggioranza De Magistris) accompagnato dalla richiesta di rinunciare al privilegio da casta ha quasi creato un tafferuglio. E l’idea di doversi pagare il biglietto in tribuna al San Paolo ha mandato in depressione l’intero consiglio comunale.

Vestito da provocazione, l’ordine del giorno è stato preso alla lettera e le reazioni sono state le più disparate. C’è chi ha detto che «dopo aver trascorso una settimana a occuparsi dei problemi dei cittadini, i consiglieri hanno diritto a un po’ di svago» e chi ha sottolineato come la presenza dei rappresentanti del popolo allo stadio fosse funzionale al «controllo che un impianto pubblico sia adeguato ad ospitare la folla e ad assolvere al suo compito». Naturalmente nessuno saprebbe spiegare la presenza di parenti e amici con quegli stessi biglietti, ma non importa.

Insomma, un’arrampicata sugli specchi degna di Gatto Silvestro. Non ci scandalizziamo per una consuetudine molto diffusa anche altrove (allo stadio olimpico di Roma la domenica si riunisce un ramo del Parlamento), ma la vicenda meritava d’essere raccontata. È andata a finire che tutti hanno votato contro, compreso il sindaco che nella sua prima vita in procura si era distinto come moralizzatore dei costumi. A parole.

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