Gesti osceni

Poco più di trent’anni fa un monologo del film Blade Runner sdoganava un modo di dire che molti, a caccia di iperboli, ancora oggi utilizzano: «Ho visto cose che voi umani…». Senza scomodare Ridley Scott, in Italia ci siamo purtroppo abituati, più prosaicamente, «a vedere cose oscene».

Il pensiero corre ai processi Ruby (siamo al Ter, come si addice ai grandi film) ma anche ai gesti sessisti espressi in aula nelle scorse settimane dal senatore toscano Lucio Barani, costatigli una sospensione di cinque giorni dall’aula. Una squalifica tutto sommato lieve, in linea per entità con quella scaturita la scorsa primavera dalle minacce (con conferma federale) dell’empolese Tonelli all’atalantino Denis, che risolse la questione in maniera poco urbana.

Lì tutto si è sciolto in un abbraccio davanti a fotografi e telecamere alcune settimane fa, in Parlamento potrebbe avvenire la stessa cosa con scuse e mazzi di rose. Potrebbe, se non fosse che il senatore Barani si trova improvvisamente impegnato in un’altra questioncina con lo spiacevole effetto collaterale di un danno erariale di poco meno di due milioni di euro.

Barani è infatti entrato nell’undici (casualmente è il numero di giocatori di una squadra di calcio) che ad Aulla è stato deferito alla Corte dei Conti. Barani era primo cittadino ed insieme ad amministratori, dirigenti e funzionari di Comune e Provincia di Massa Carrara dovrà rispondere di opere urbanistiche concesse in aree caratterizzate da «palese pericolosità idraulica» come confermato dalle successive alluvioni con tanto di vittime.

La politica non è una partita di calcio e il Senato non può essere una curva. Ma i gesti osceni non sono soltanto quelli fatti in Parlamento.

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