Fare e disfare

Torna in mente Penelope, ma qui rifare tutto da zero costa un po’ di più. Anche perché parliamo di cemento armato, non di fili di lana. Fare e disfare dev’essere uno degli hobby preferiti della Regione Emilia e del Comune di Alberone di Cento, colpito quattro anni fa dal terribile terremoto.

Allora perse la casa anche Franco Bastia, 66 anni, che vide i muri della sua vita andare in briciole in pochi minuti per la forza devastante della prima scossa. Il signor Bastia, con la moglie, il figlio e gli altri cinquemila sfollati di quelle notti, ha vissuto per quattro anni dentro un container con tutti i disagi immaginabili, ma anche con la concreta speranza di riuscire - un giorno o l’altro - a rientrare in una casa tutta sua.

All’inizio di quest’anno ha cominciato a contare i giorni, vedeva la nuova abitazione crescere dalle fondamenta al tetto. Una villetta color ocra a un solo piano, finanziata con 511 mila euro di contributo pubblico per il sisma. La settimana scorsa la burocrazia ha concluso il suo iter e Franco Bastia ha messo in fresco lo spumante. Ma la sua felicità è durata poco, la speranza di varcare l’agognata soglia è vacillata davanti a una comunicazione della società Autostrada Regionale Cispadana, titolare del tracciato della nuova direttrice a sei corsie Ferrara-Verona: «La quarta casa di via Colombarina Imperiale dovrà essere demolita».

È bastato contare per capire che era la sua. Costruita e demolita, mezzo milione per tirarla su e si prevede un altro bel gruzzolo per tirarla giù. Denaro pubblico, naturalmente. Senza contare che, chi ha autorizzato il luogo della costruzione, sapeva dal 2011 che il tracciato della Cispadana sarebbe probabilmente passato di lì. Il povero Bastia è disperato, noi disgustati.

© RIPRODUZIONE RISERVATA