Espulso per evasione

Giorgio Gandola

Quattrocentomila euro, lo stipendio di un calciatore di serie A di bassa levatura. Ma per il presidente del Cagliari, Massimo Cellino, quei quattrocentomila euro si frappongono fra sogno e realtà.

Quattrocentomila euro, lo stipendio di un calciatore di serie A di bassa levatura. Ma per il presidente del Cagliari, Massimo Cellino, quei quattrocentomila euro si frappongono fra sogno e realtà.

Lui vorrebbe comprare lo storico club inglese del Leeds, una nobile decaduta che nel 1973 fu protagonista di un’indimenticabile finale di Coppa Coppe contro il Milan di Rocco. Il Leeds di Jordan e Lorimer fu battuto dai rossoneri con un gol di Chiarugi e un epico catenaccio sotto la pioggia a Salonicco.

Ebbene, è lo stesso catenaccio che Cellino ha subìto dalla Federcalcio inglese, chiamata a valutare la proposta dell’imprenditore italiano interessato all’acquisto. Sembrava tutto in regola: la liquidità (già due milioni di investimento sul Leeds), le garanzie bancarie, la conoscenza del mondo del pallone determinata da 22 anni di presidenza del Cagliari.

Sembrava. Poi quegli impiccioni di britannici hanno scoperto che il Cellino, imprenditore di punta per la commercializzazione e la trasformazione dei cereali, è stato condannato a una multa di seicentomila euro per aver evaso quattrocentomila euro (appunto) di Iva sull’acquisto di una barca negli Stati Uniti. Un atto giudiziario sufficiente per la federcalcio inglese per definire Cellino « unfit», inabile, inadatto ad entrare nel calcio britannico. Era andata meglio a Flavio Briatore con il Queens Park Rangers. Ma al di là delle differenze resta una conferma: l’evasione fiscale, che in Italia è ancora una marachella, nei paesi seri è un reato.

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