L'Urlo / Bergamo Città
Giovedì 09 Luglio 2015
Due volti
Mentre prosegue la tragedia greca, oggi ci preme soffermare lo sguardo su due giovani volti finiti sulle prime pagine in questi ultimi giorni.
Il primo è quello di Maria Giulia Sergio. Appare solare e sorridente come può esserlo una ragazza di 28 anni mentre sogna il futuro. Un futuro che potrà essere duro, impegnativo come quello che attende i giovani della generazione della crisi (ma che anche per i giovani del dopoguerra e quelli degli anni settanta non è stato molto diverso). Comunque un futuro di vita. Sta per sposare nella moschea di Treviglio un ragazzo albanese e convertirsi all’Islam. Prenderà il nome di Fatima.
Ed ecco la seconda foto. Fatima è già in un’altra dimensione. Di lei si vedono solo gli occhi, il sorriso è come minimo nascosto, chissà se scomparso. E le parole sono quelle di un guerriero dell’Isis: «Lo stato islamico è uno stato perfetto. quando decapitiamo qualcuno stiamo obbedendo alla sharia». In Fatima non si intuisce più né dolcezza, né speranza; si coglie la violenza che nasce dall’odio per la società che l’ha generata, l’ha educata, ha provato a costruirle un orizzonte di speranza e di fiducia. Evidentemente senza riuscirci. È la stessa società in cui milioni di ragazzi crescono, si muovono, ridono e piangono, realizzano una famiglia nella babele della vita. E mai penserebbero di inserire la «decapitazione» fra i loro valori. È la stessa società in cui persone libere decidono di andare in vacanza in Tunisia, a Sousse, e su una spiaggia accarezzata dalla brezza del meriggio trovano la morte per mano di un coetaneo di Fatima con la stessa violenza nel cuore. Chissà se oggi Fatima ama o odia Maria Giulia? Non abbiamo risposte.
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