Carrozzoni

Resistere, resistere, resistere. Il motto stentoreo di Francesco Saverio Borrelli assediato vent’anni fa da un certo numero di fantasmi con il volto di Berlusconi, viene applicato con successo ai giorni nostri in un ben diverso settore, quello degli enti inutili.

Parliamo dell’Enit, il moloch del turismo entrato nel mirino dell’ex commissario Cottarelli come secondo esempio di carrozzone deleterio per il Paese dopo il già più volte citato Cnel (Consiglio nazionale economia e lavoro). L’Enit riceve dallo Stato 17,6 milioni di euro l’anno (fino a qualche anno fa erano 50) per promuovere le bellezze italiane, ma visti i risultati merita i tagli subìti, anche perchè investe in promozione solo alcune centinaia di migliaia di euro, a differenza di Francia e Spagna che viaggiano attorno ai 70 milioni.

E dove finisce il resto del denaro? Come spesso accade in queste scatole cinesi, negli stipendi e negli sprechi. Per pagare i 78 dipendenti, quasi tutti dirigenti, vengono stanziati 6,7 milioni di euro. E chi ha guardato dentro i conti ha trovato situazioni imbarazzanti: la sede dell’ente a New York era al Rockfeller Center per un affitto di 400 mila euro l’anno; la sede di Vienna spendeva 20.000 euro solo di giornali e via scialando.

Scriviamo all’imperfetto perché questi eccessi sono stati abbattuti, ma resta l’Enit, esempio di spending review fallita. Renzi è furibondo, i 78 dipendenti hanno riempito di ricorsi i tribunali e sono difesi da ben sette sigle sindacali (una ogni undici). Resistono a spese dei contribuenti dentro il loro mondo dorato. La vita come una lunga, invidiabile vacanza.

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