Baby Napolitano

di Giorgio Gandola

Ha 88 anni, ma è ancora il più brillante. Ieri sui giornali c’era una foto illuminante: il presidente Napolitano a Lisbona di fianco al canuto capo dello Stato portoghese e di re Juan Carlos di Spagna.

Ha 88 anni, ma è ancora il più brillante. Ieri sui giornali c’era una foto illuminante: il presidente Napolitano a Lisbona di fianco al canuto capo dello Stato portoghese e di re Juan Carlos di Spagna appoggiato a un bastone.

Era il più giovane, altro che impeachment. Il più sveglio, altro che incriminazione per connivenze mafiose. Il più lucido, altro che complotti contro Berlusconi. I partiti le stanno provando tutte, da destra a sinistra passando per i monelli grillini, a fare lo sgambetto a Napolitano per trascinare il Paese nel caos definitivo del voto con una vecchia legge elettorale che non esiste più e una nuova che non esiste ancora.

Fortunatamente lui resiste, scansa i siluri, dribbla le entrate a piedi uniti e tira dritto. «Le elezioni? Sciocchezze». Già, sciocchezze. Perché questo Paese malato di chiacchiere e di burocrazia, di demagogia un tanto al chilo e di giovani all’arrembaggio con la schizofrenia del cartone animato, ha bisogno essenzialmente di due medicine: il taglio della spesa pubblica e, di conseguenza, il taglio delle tasse ai cittadini che le hanno sempre pagate per tutti.

C’è bisogno di perdere altro tempo con una campagna elettorale per definire tutto ciò? Probabilmente no, perché lo scenario è chiarissimo e il programma di tutti i partiti sarebbe esattamente questo. Quindi il Parlamento eletto dagli italiani con un presidente del Consiglio legittimato a farlo, operi in questo senso. E lo faccia al più presto per presentarsi alla presidenza del semestre europeo con la credibilità necessaria. Questo è il messaggio del giovane Napolitano. Per capirlo non è necessaria una laurea alla Normale di Pisa, basta un pizzico di buon senso.

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