Volo avventuroso per il taxi spaziale, con suspance

Volo avventuroso per il taxi spaziale Starliner della Boeing, che nel test con astronauti a bordo ha tenuto col fiato sospeso fino all'ultimo momento; tutto è invece andato perfettamente per il quarto test senza equipaggio della Starship, la nave della SpaceX progettata per i futuri viaggi verso la Luna e Marte.

Di sicuro è stata una lunga giornata per i privati dello spazio. Una giornata iniziata decisamente in salita per Butch Wilmore e Sunita Williams, i due veterani della Nasa che hanno volato sulla Starliner. Hanno infatti dovuto fare i conti con un problema a due delle tre valvole dell'elio, e la terza fuori uso già al momento del lancio. Non è stato in realtà un problema grave né rischioso per la missione.

L'elio pressurizzato, infatti, non viene usato come propellente, ma per spingere il propellente verso i motori del razzo e verso i motori della capsula che, in caso di necessità, dovrebbero essere accesi per allontanare la Starliner dalla Iss. Sono state piccole perdite, ma immediatamente contenute chiudendo le valvole. Nessuna preoccupazione a bordo, per i due professionisti dello spazio, entrambi con una grande esperienza, tanto da essere selezionati per il collaudo della nuova navetta.

Sunita Williams è anche la prima donna ad avere questo ruolo. C'è stato anche il tempo di riposare un po', nelle 25 ore di viaggio da Cape Canaveral alla Stazione Spaziale Internazionale. Come previsto, i due hanno anche pilotato manualmente la Starliner fino alla distanza di 265 chilometri dalla Iss, quando un problema a due motori ha imposto un alt alla navetta a 200 metri dal punto di attracco. Immediati gli sforzi per risolvere il problema dal centro di controllo a Terra, che hanno permesso di ripristinare i due motori, ma poi a cedere sono stati gli altri due. Non è stato quindi possibile agganciare all'ora prevista, le 18,15 italiane, ed è cominciata una lunga attesa, piena di domande.

Da un lato affrontare una manovra complessa come l'aggancio con i motori non efficienti sarebbe stato rischioso anche per l'incolumità della Stazione Spaziale; l'altro punto interrogativo riguardava la disponibilità del propellente: quel lungo parcheggio avrebbe implicato un consumo tale da costringere la navetta a rientrare subito?

Alla fine dal centro di controllo è arrivato il via libera per la manovra di aggancio, che è avvenuta in modo completamente automatico al modulo Harmony della Iss. Molto diversa la storia della Starship di Elon Musk, che ha affrontato senza ostacoli il suo quarto test in volo senza equipaggio: un banco di prova soprattutto per la tecnologia di rientro sia del gigantesco razzo Super Heavy sia per la navetta, come per il rivestimento termico del veicolo. Il lancio dalla base della SpaceX a Boca Chica, nel Texas meridionale, è avvenuto puntualmente; quindi il razzo si è separato dalla capsula come previsto ed è rientrato con il suo primo ammaraggio nel Golfo del Messico. La navetta ha proseguito da sola il suo viaggio e alla fine del suo volo, a poco più di un'ora dal lancio, è rientrata nell'atmosfera affrontando le altissime temperature ed è ammarata nell'oceano Indiano, come pianificato dai tecnici.

Fra applausi e musica, nel centro di controllo di SpaceX l'entusiasmo era incredibile. Soprattutto, a differenza dei tre test precedenti che qualche problema lo avevano avuto, questa volta l'azienda di Musk ha potuto collezionare un set completo di dati per proseguire nel programma.

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