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Venerdì 03 Ottobre 2008
Usa 2008/Duello tv a Biden; Palin rinata, evita figuracce-Punto
Usa 2008/Duello tv a Biden; Palin rinata, evita figuracce-Punto Il democratico, saggio dal volto umano, non fa gaffe
New York, 3 ott. (Apcom) - C'è il materiale per una nuovaparodia al veleno del Saturday Night Live, il programma satiricodi Nbc che da settimane prende in giro Sarah Palin, la candidatarepubblicana alla vice presidenza, come una 'debuttante' dellapolitica. Ma questa notte, a St. Louis, Palin ha evitato dicoprirsi di ridicolo, nel dibattito con il rivale democratico JoeBiden, un veterano con 35 anni di esperienza a Washington. Nessunclamoroso svarione, la governatrice dell'Alaska è parsa sicura disé, sorridente, con gli occhi sempre rivolti alla telecamera el'intenzione di "parlar chiaro agli americani". Ha sorpreso inpositivo, ma a dar retta ai primi sondaggi, non le è bastato:Biden ha stravinto agli occhi degli spettatori che hanno seguitoil duello in tv.Secondo l'emittente Cnn, per il 51% degli spettatori ildemocratico ha avuto la meglio, contro il 36% di Palin. Ancorapiù netto il verdetto del sondaggio a caldo della Cbs: su uncampione di elettori indipendenti: Biden ha ottenuto il 46% deiconsensi contro il 21 della nuova stella del partitorepubblicano. Il senatore del Delaware ha vinto perché ha saputoesibire esperienza e umanità (la voce gli si è fermata in unsinghiozzo parlando della moglie e della figlia morte in unincidente stradale) è apparso schietto e, soprattutto, non hacommesso nessuna delle sue proverbiali gaffe.Palin, anche se in buona serata, è stata punita dalle troppedomande lasciate senza risposta, dal tono delle frasi studiate atavolino e snocciolate con verve ma spesso fuori contesto, pur difar passare il messaggio. Miele per i repubblicani, che hannoritrovato la loro beniamina, ma non abbastanza per convincere gliscettici che non la considerano pronta per la Casa Bianca."Sarebbe un buon ministro del territorio nel governo McCain, manon il vice presidente" ha stoccato il Pulitzer Carl Berstein, ildecano del Washington Post che insieme a Bob Woodward firmò loscoop del Watergate.Palin doveva scrollarsi di dosso l'immagine di dilettantismo,che ha spinto molti conservatori a chiederle addirittura dirinunciare alla candidatura. E forse è riuscita a fermarel'emorragia di credibilità, almeno fino alla prossima intervista.La strategia? Ha fatto l'impossibile per rivolgersi alla gentecomune, parlando d'altro quando la moderatrice faceva domandeostiche, come il collasso di Wall Street. La maniera migliore permisurare la crisi dell'economia, ha detto, è leggere la "paura"negli occhi delle madri che a bordo campo guardano i figligiocare a calcio. La sua crisi dei mercati è semplificata,omogeneizzata, a portata di americano qualunque: dopo tutto aWasilla, la minuscola città dell'Alaska che l'ha eletta sindaco"c'è una Main Street", non una Wall Street".E' una come tanti, Palin: non legge i giornali, non sa di cosasi sia occupata la corta suprema al di là dell'aborto, di finanzaci capisce poco. Che male c'è? "Forse non so rispondere alledomande come vorrebbero i giornalisti o i miei avversari - hadetto - ma io parlo chiaro direttamente agli americani", ha detto.E' una Palin diversa dalla quella delle interviste di KatieCouric su Cbs, la politica inesperta senza parole e tutta gaffe,spaventata, curva sulle spalle. Assomiglia piuttosto alla Palinche ha stregato la convention di St. Paul. "Abbiamo bisogno diqualcosa di nuovo e di diverso a Washinton - continua - è questala ragione per la quale dobbiamo eleggere un 'maverick' comeMcCain". Un cane sciolto, non un clone del presidente George W.Bush come a tutti i costi cercano di bollarlo i democratici"ossessionati dal passato: è ora di piantarla".Biden non ci casca, non contrattacca, segue la sua strada: "Ilpassato a volte è un prologo del futuro: McCain seguirà la stessavia di Bush". Scende nei dettagli, difende Obama sul suo primatonell'opporsi alla guerra in Iraq, nel lamentare la necessità diintervenire sulla crisi dei mutui subprime. Parla la lingua deidettagli, la lingua del Congresso. Ma parla con passione e noncommette errori: evita il tono di superiorità che talvolta assumenei dibattiti, non corregge la rivale quando sbaglia. E' il Bidendi sempre, ma senza le gaffe che lo hanno reso famoso, senza ilsarcasmo, tabù nei dibattiti.Ha fatto in fin dei conti quel che doveva: è uno dei guru dellapolitica estera americana e lo ha confermato. E' un figlio dioperai, il senatore più povero del Congresso, uno in grado diparlare direttamente ai colletti blu dell'america profonda, aibianchi degli Appalachi, che guardano a Barack Obama con un mistodi scetticismo e sospetto.La scommessa dei democratici è che Palin si sarebbe inciampatada sola. Lo ha fatto mettendo senza volere l'accento sulla suainesperienza: "Da quanto tempo faccio questo lavoro? Da appenacinque settimane", ha detto con una risata. E poi ci sono le due,tre, quattro volte di fila in cui alle domande non ha risposto,ma ha cambiato discorso.Con il target dei repubblicani Palin ha certamente fatto centro,non ha imbarazzato McCain, e ha zittito chi la ritiene un dannopiù che un asset per il ticket repubblicano. D'ora in poi peròpotrebbe rinunciare alle interviste e concentrarsi sui comizi,leggendo un testo preparato e senza contradditorio: "Mi piacerispondere alle domande difficili - ha detto - ma mi piace farlosenza il filtro dei media ufficiali, che vogliono imporre la loroversione dei fatti, io voglio parlare alla gente".La tradizione vuole che il dibattito dei vice presidenti nonsposti neppure un voto, a meno di clamorosi svarioni. Non ce nesono stati, la palla torna a Obama e McCain che si sfideranno indiretta tv di nuovo la settimana prossima.
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