Usa 2008/ Stanotte l'ultimo faccia a faccia in tv Obama-McCain

Usa 2008/ Stanotte l'ultimo faccia a faccia in tv Obama-McCain Focus su economia, ma sullo sfondo il Fattore R come razza

Hempstead (New York) - Distaccato di forse 14 punti, a tresettimane dalle elezioni presidenziali il candidato repubblicanoJohn McCain spera di rilanciarsi questa sera nel corso del terzoed ultimo dibattito che lo vedrà opposto al rivale democraticoBarack Obama. Lo scontro questa sera all'università Hofstra diHempstead, a Long Island, nello Stato di New York: terrenoinsomma democratico per definizione. Ad animare il dibattito cisarà il giornalista della Cbs, Bob Schieffer. Tema centralesicuramente la crisi che ha travolto il sistema finanziario degliStati Uniti e non solo. Entrambi i candidati negli ultimi duegiorni hanno aggiunto una serie di sgravi fiscali ai pacchettieconomici già nel loro programma elettorale.Se in ambo i casi un effetto sicuro è l'aumento delle spesefederali, molto diversi sono però gli obbiettivi deiprovvedimenti. Nel caso di McCain, si tratta di sgravi suicapital gain, sui conti bancari per gli over 59 e sui cittadiniche ricevono sussidi di disoccupazione; un pacchetto biennale chesi inserisce in un quadro tipicamente repubblicano, con aiutipensati per i poverissimi e per gli individui e le imprese piùricchi, in grado cioè di stimolare l'economia.Dall'altro canto, Obama ha proposto un pacchetto aggiuntivo distimoli da 60 miliardi di dollari che punta su ulteriori sgravifiscali per la classe media e i lavoratori a basso reddito oltreche per le piccole e medie imprese, ma anche sulla creazione diposti di lavoro nell'edilizia pubblica: ieri ha predetto "cinquemilioni di nuovi lavori" nell'industria delle energie rinnovabilie "due milioni nella costruzione di strade, scuole e ponti".I toni sono rooseveltiani, e non è un caso che lo spettro dellaGrande Crisi del 1929 plani su questo dibattito. Una crisi che hasospinto Obama; secondo un sondaggio CBS News-The New York Times,a livello nazionale avrebbe il 53% delle intenzioni di votocontro il 39% per McCain.Nè sembra che al candidato repubblicano abbia giovato la politicadegli attacchi contro il rivale, o che gli riesca di presentarsicome paladino della "classe media". O il tentativo didistanziarsi dalle politiche dell'attuale presidente George W:Bush: "Non possiamo passare i prossimi quattro anni come ilgrosso degli ultimi otto, ad aspettare che la ruota della fortunagiri" ha detto ieri McCain in comizio in Pennsylvania. "Dapresidente, agirò in fretta e in maniera decisiva".I sondaggi si moltiplicano: pochi spettacolari come quello delNew York Times, tutti però danno Obama in vantaggio, e non solo alivello nazionale. Il senatore dell'Illinois primeggia neitradizionali terreni democratici ma sarebbe in testa anche inStati contesi come Pennsylvania e Florida, e starebbe cominciandoa incidere pericolosamente perfino in territori che hanno votatorepubblicano negli ultimi 8 anni come il Colorado, il Missouri,la Virginia, la Carolina del Nord. E questo, pare, anche graziealla straordinaria organizzazione democratica che batte porta aporta l'elettorato per registrare nuovi votanti.A questo punto, stasera Obama potrebbe limitarsi a mantenere lasituazione sotto controllo come nel secondo (e noioso) dibattito,oppure potrebbe cercare di sopraffarre il rivale repubblicano. Mala vera ombra sul senatore dell'Illinois, dicono parecchigiornalisti, non è la sua eventuale buona o mediocre performancedel faccia a faccia. E' l'imponderabile fattore "R" come razza acui il New York Times oggi dedica ben 4 reportage fra le gente.Per concludere che il problema esiste eccome: gente che lovoterebbe a occhi chiusi se fosse bianco, semplicemente non sifida di lui. E allora i sondaggi si starebbero clamorosamentesbagliando.

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