## Usa 2008/ Scontro finale Obama-McCain su ricette anti crisi

## Usa 2008/ Scontro finale Obama-McCain su ricette anti crisi Domani il terzo duello tv, i democratici aumentano il vantaggio

New York, 14 ott. (Apcom) - Non ci saranno soltanto i duecandidati domani sera, sul palco dell'ultimo dibattito prima delvoto presidenziale del 4 novembre alla Hofstra University, a LongIsland, New York. Il democratico Barack Obama e il rivalerepubblicano John McCain si presenteranno agli elettori con dueproposte, nuove e diversissime, per rilanciare il Paese alleprese con una crisi economica epocale. Ieri a Toledo, nel cuoreoperaio dell'Ohio, Obama ha presentato la sua ricetta fatta dicostosissimi aiuti ai datori di lavoro, alle caseautomobilistiche, ai proprietari di casa e ai disoccupati, oggiMcCain ha risposto con un piano da 52,5 miliardi per aiutare laclasse media a superare la crisi. Per McCain, in ritardo di quasiotto punti nei sondaggi nazionali, in difficoltà anche in Staticonsiderati roccaforti repubblicane dal Colorado alla Virginia,si aggrappa al piano (e al dibattito) nella speranza di unaclamorosa rimonta.L'anziano senatore dell'Arizona, con trent'anni di esperienza alCongresso, è costretto in una posizione scomoda: deve rincorrereil giovane Obama, percepito dagli elettori come più affidabilenella gestione di una economia in crisi. Ma i pericoli per ilrepubblicano sono molti, sul piano caratteriale e nella sostanza.McCain, che non ha mai pronunciato le parole "classe media", neiprimi due dibattiti contro Obama, rischia di apparire ancora unavolta 'frenetico' con il suo assalto dell'ultima ora,contribuendo ad alimentare i sospetti che la sua campagna siagovernata dall'opportunismo, più che dalla convinzione.La ricetta di McCain è a tutto campo: prevede l'eliminazionedelle ritenute sui contributi che gli imprenditori pagano aidipendenti, la riduzione delle tasse sui fondi pensione e nuovisgravi fiscali per chi è costretto dalla tempesta sui mercati avendere asset. Di più: il governo di McCain garantirebbe il 100%dei depositi bancari per i primi sei mesi del 2009, per mettereal riparo i risparmiatori qualora altri istituti di creditofiniscano in liquidazione. E, a corredo delle sue proposte, ilrepubblicano prova a seminare il dubbio sulla tempra el'inesperienza di Obama in un momento così delicato per il Paese."L'America ha bisogno di un lottatore - è diventato il suo nuovoslogan - l'America non ha bisogno di un pivello che alla CasaBianca dovrebbe mettersi a studiare per imparare ad affrontare iproblemi del Paese".Fino ad oggi questa linea di attacco è finita nel vuoto.Nonostante la giovane età e la limitata esperienza di governoObama si è presentato agli elettori con la sicurezza e la flemmadi un veterano. I suoi argomenti, nei primi due dibattiti, sonoinoltre apparsi più lineari di quelli di McCain, che tende adilungarsi su temi da reaganiano doc, come il taglio della spesae la lotta agli sprechi, temi che quest'anno sembrano interessaresolo marginalmente all'elettorato. Obama può continuare il suogioco, illustrare l'idea di una moratoria da 90 giorni suipignoramenti, per dare fiato ai proprietari di casa che nonriescono a ripagare le rate del mutuo, o gli sgravi fiscali agliimprenditori che assumono, in barba all'aria di recessione.Esattamente come una settimana fa, McCain ha bisogno di metterel'avversario al tappeto, per sperare nella rimonta. Ma èdifficile immaginare che si lasci andare in attacchi personalicome quelli tentati la settimana scorsa (con l'associazione traObama e l'estremista degli anni del Vietnam Bill Ayers). Ilconsenso degli addetti ai lavori è che i veleni non aiutano irepubblicani, soprattutto agli occhi degli elettori indipendenti.Ma senza colpi bassi, può McCain battere Obama sul terrenodisagevole dell'economia?I repubblicani sono ormai in riserva. A tre settimane dal votola mappa elettorale si tinge sempre di più di blu, il colore deidemocratici. Il giovane senatore nero dell'Illinois, a dar rettaalla media dei sondaggi condotti nei ciquanta Stati dell'Unione,ha un vantaggio quasi incolmabile sul rivale e gli ultimiaggiornamenti della Quinnipiac University confermano il trend.Due Stati a lungo considerati incerti come la Florida e ilColorado ora vedono Obama come favorito. Quattro e otto anni fa idue Stati hanno votato per George W. Bush. In altri due confrontilocali considerati incertissimi solo qualche mese fa, il Michigane il Wisconsin, McCain è staccatissimo e Obama sicuro di vincere.I democratici sono di fatto irraggiungibili anche in Minnesota.Il numero degli swing States, ovvero i confronti statali chepotrebbero votare per l'uno o per l'altro candidato, è sempre piùpiccolo e include alcune tradizionali roccaforti repubblicanecome il Missouri, l'Indiana, la Carolina del Nord e la WestVirginia. A questi si aggiungono Ohio e Nevada, Stati incerti pertradizione, dove tuttavia Obama è in testa. Quinnipiac sottolineacome Obama abbia superato la soglia del 50 per cento nei consensiin quattro di questi Stati: in Colorado è avanti di 9 punti(52%-43%), in Michigan di 16 (54%-38%), in Minnesota di 11(51%-40%) e di 17 in Wisconsin (54%-37%).Morale: se le elezioni si tenessero oggi Obama otterrebbe almeno313 Grandi Elettori, contro i 158 di McCain. Il numero magico perla vittoria è 270. Nel conto non sono gli ultimi sei 'swingstates' che mettono in palio un totale di 67 Grandi Elettori.

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